Mutilazioni genitali femminili, la senatrice Cinzia Leone risveglia le coscienze, logorate dalle quotidiane faccende, sulla millenaria atrocità delle mutilazioni genitali che segnano l’essere e il tempo di quelle etnie che le praticano da millenni e non sono scritte nelle sacre scritture delle diverse religioni e sono vietate da tempo dai codici.
L’intervista a margine della vicepresidente della Commissione femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere, sen. Cinzia Leone:
Diversamente dai riti apotropaici che non hanno esiziali controindicazioni, anzi hanno effetti propiziatori che allontanano influssi maligni, la circoncisione femminile (l’asportazione del clitoride), l’infibulazione o taglio genitale, tutti i metodi che comportano la mutilazione totale o parziale degli organi genitali femminili esterni o altri tipi di lesioni agli organi genitali, sono pratiche, ha sottolineato la Senatrice Leone, che secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) riguardano circa 100 e 140 milioni di donne e ragazze. Metà di loro vive solo in due Paesi Egitto ed Etiopia. In tutto sono 28 i Paesi dell’Africa e del Medio Oriente in cui le donne hanno patito una qualche forma di MGF, con un ritmo annuale di circa 4 milioni e ritmi di crescita di circa 68 milioni di ragazze entro il 2030. Nei 28 Paesi in cui sono abitualmente praticate e in cui sono disponibili dati si praticano MGF tra l’infanzia e i 15 anni ma nella maggior parte dei casi si effettuano prima del compimento dei 5 anni.
Il 7 marzo nella prestigiosa sala capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva si è svolto il periodico incontro organizzato dalla Senatrice Cinzia Leone, portavoce del M5S del Senato, Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.
Il saluto istituzionale è stato ufficiato dalla Capo Gruppo del M5S senatrice Maria Domenica Castelloni. Invitato il Ministro degli Affari Estesi On. Luigi Di Maio, impegnato per questioni attinenti alla guerra in Ucraina, ha trasmesso il suo intervento che è stato letto al numeroso pubblico di esperti presenti, dalla Senatrice Cinzia Leone.
La giornalista Francesca Bellino ha moderato l’incontro. Di alto livello internazionale i relatori, dalla Presidente Nazionale Unicef Dott.ssa Carmela Pace, al prof. Aldo Morrone Direttore scientifico ISG (Istituto San Gallicano), il Dott. Alberto Negri esperto di Geopolitica. Saluti istituzionali da parte di Alessandra Maiorino portavoce M5S del Senato e Coordinatrice e Alberto Airola portavoce M5S Senato e corrispondente del comitato, il quale ha narrato la sua esperienza diretta vissuta in alcuni territori africani dove la pratica MGF è molto diffusa.
L’intervista a margine del sen. Alberto Airola, commissione affari esteri:
Sul versante medico- scientifico, con l’ausilio di slice di pregevole effetto, il prof. Morrone dell’Istituto San Gallicano ha illustrato quali sono le tipologie delle mutilazioni che vengono effettuate sull’organo genitale femminile: recidere il prepuzio o asportazione parziale o totale della clitoride (clitoridectomia); recidere il prepuzio e nell’asportazione, oltre che della clitoride, di parte o di tutte le piccole labbra; infibulazione, la forma di intervento più cruenta che consiste nell’escissione della clitoride e nell’asportazione delle piccole labbra ed anche – soprattutto in passato, ma in area rurale ancora oggi — dell’amputazione parziale o totale delle grandi labbra e nella successiva cucitura dell’apertura vaginale ridotta a un piccolo pertugio — non più grande di un chicco di riso o di miglio — per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale. Inoltre, un tipo di intervento che include tutta una serie di procedure che vanno dal trafiggere o punzecchiare lievemente la clitoride in modo da farne uscire alcune gocce di sangue a tutta una ampia casistica di manipolazioni che variano molto da una etnia all’altra – allungamento della clitoride o delle labbra, cauterizzazione della clitoride, taglio della vagina (gishiri), introduzione in vagina di sostanze corrosive per restringerla o renderla asciutta.
Sono tutti interventi che nella maggioranza dei casi vengono effettuati senza anestesia da praticanti tradizionali, e comportano un alto tasso di mortalità, di complicazioni sanitarie e di disturbi psicologici, oltre la clitoridectomia, che di fatto riguarda la grande maggioranza delle donne.
Segnala il prof. Morrone, un dato significativo, che in Europa vivono 600.000 donne e ragazze con MGF, mentre per quanto riguarda l’Italia si stima la presenza di circa 90.000 donne con MGF, di cui moltissime minorenni.
Come ha esposto il senatore Alberto Airola le mutilazioni dei genitali femminili sono soprattutto un’usanza africana, dato che i casi extra-africani sono ritenuti dagli esperti di importazione. Mentre la pratica della puntura di spillo della clitoride è praticata anche a nord, le altre sono soprattutto diffuse lungo tutta la fascia dell’Africa sub-sahariana. L’infibulazione in Africa orientale e la clitoridectomia nei Paesi dell’Africa occidentale un territorio vasto ed eterogeneo popolato da etnie con lingue, culture e religioni diverse, che hanno in comune uno stesso sistema economico-simbolico fondato sul rapporto tra MGF e prezzo della sposa.
Conclude la senatrice Leone con l’impegno a proseguire l’attiva azione del gruppo di operatori viaggianti che lavorano per aggiornare e dove è possibile mutare le antropologie plurime e radicate da lungo tempo negli usi e costumi delle diverse etnie, che abitano territori lontani dal benessere materiale conquistato nei Paese occidentali, nel tentativo di trasformare pratiche antiche in risorse positive senza imporre formule astratte di valori e diritti non esportabili, salvo causare altre guerre. Sembra un compito minoritario, ma diversamente potrebbe essere una nuova frontiera per tutte le forze politiche e sociali che ancora si dividono tra appartenenze e coordinate ottocentesche, che allontanano la soluzione dei problemi.
Lancia il suo messaggio di legislatore e di economista la senatrice Leone, quando tenta di far comprendere ai numerosi operatori sociali, ai colleghi senatori, al selezionato pubblico di esperti, che non è più il tempo di praticare la politica come religione delle ortodossie o come ascendenze dogmatiche. E’ mutata la composizione di classe, è definitivamente scomparsa la polarizzazione ideologica. Il vocabolario rivoluzionario ha lasciato il posto a quello dell’economia, del pragmatismo, a quello più concreto della difesa degli interessi, della salvaguardia della qualità della vita. La caduta verticale delle ideologie genera per la politica il compito di portare a soluzioni problemi. Cresce, appunto, la consapevolezza che ciò che in effetti conta è il problema da affrontare con tutti gli strumenti possibili per portarlo a soluzione. Questo innesta un processo di specializzazione crescente che dà luogo ad una singolare esistenza di interdisciplinarità che esige un continuo ricondizionamento della cultura specifica ai termini reali del problema.
Come hanno convenuto tutti gli esperti ed attivi partecipanti al convegno sia dalla relazione inviata dal Ministro Di Maio, dall’intervento in video chiamata della capogruppo dei senatori M5S Maria Domenica Castellone, dal suggestivo racconto del senatore Alberto Airola per la sua testimonianza vissuta nei territori africani, sia all’eroico Prof. Morrone sia dall’ambasciatrice UNICEF Alessia Cotta Ramusino, che ha deliziato gli astanti con un canto propiziatorio, non si tratta di essere studiosi di certe discipline, bensì di problemi. E i problemi possono passare attraverso i confini di qualsiasi materia o disciplina. Vengono archiviate le tradizionali demarcazioni che separano rigidamente tra loro le discipline della scienza sociale: ” non esistono problemi storici, economici, sociologici, psicologici”. Di fronte ai problemi è necessario fare ricorso a tutti gli strumenti possibili, è necessario evitare il dilettantismo. Per portare a assoluzione il problema occorre decidere e per decidere bisogna che qualcuno decida e questo non può farlo che il politico, colui che ha il mandato del popolo sovrano, il potere che nessuno può contrastare altrimenti si annulla lo Stato.
L’intervista a margine, Alessia Cotta Ramusino, ambasciatrice Unicef ed ideatrice di 100donnevestitedi rosso:
Unitamente, la moderatrice dell’incontro la giornalista Francesca Bellino e la Senatrice Cinzia Leone nel formulare un dinamico “arrivederci” hanno ricordato che UNICEF, rappresentata dalla Presidente Nazionale dott.ssa Carmela Pace, e tutte le altre istituzioni collegate, UNFPA, AIDOS,
lo stesso Parlamento Europeo con la Risoluzione del 7 febbraio 2018 sulla tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili e l’inclusione, nel 2015, delle MGF negli Obiettivi di sviluppo sostenibile nell’ambito dell’obiettivo 5.3, che richiede l’eliminazione di tutte le pratiche dannose, costituiscono le fondamenta dell’opera di civilizzazione di territori lontani da standard accettabili di convivenza, ma il gruppo operativo che fa capo alla Senatrice Cinzia Leone ha il pregio di essere incisivo e veloce.
La mozione presentata dalla sen. vicepresidente della Commissione femminicidio, nonchè ogni forma di violenza di genere, Cinzia Leone (MOZIONE SEN. LEONE MGF)