Il gruppo Gedi si sfalda: l’inaspettata vendita dell’Espresso
Lo storico settimanale di Repubblica, fondato nel 1955 da Arrigo Benedetti e Eugenio Scalfari, autore di inchieste internazionali, è stato venduto al gruppo Bfc media, a proprietà di Danilo Iervolino, giovane imprenditore campano, fondatore dell’Università Telematica Pegaso e proprietario del club calcistico Salernitana; una carriera costellata di successi economici, ma anche di altrettante ombre in merito alla sua condotta fraudolenta che lo ha portato in passato ad avere problemi proprio con la stessa testata di cui adesso è proprietario. Formalmente il nuovo gruppo editoriale prende il nome di L’Espresso Media: costituito per metà da Bfc Media, che sta per Blu Financial Communication, specializzata in comunicazione finanziare, e per l’altra metà è direttamente di proprietà dell’imprenditore campano. La politica dei tagli del gruppo Gedi ha inizialmente interessato la vendita di giornali locali, come Il Tirreno e La Nuova Sardegna, per poi espandersi anche nell’inaspettata decisione di cedere anche il settimanale L’Espresso, provocando una dura reazione da parte dei giornalisti interni, che ha avuto il suo apice con le dimissioni del suo direttore Marco Damilano. Il prezzo di vendita non è ancora noto, le supposizioni lo ammontano a circa 5 milioni di euro, o anche addirittura meno. In seguito a un accordo con il gruppo editoriale a guida di John Elkann, editore anche di La Stampa e Il Secolo XIX, il settimanale sarà venduto come un’inserzione di Repubblica per i prossimi mesi.
Danilo Iervolino: l’identikit di un imprenditore
Classe 1978, Danilo Iervolino è nato a Palma Campania, in provincia di Napoli, e da suo padre eredita lo spirito imprenditoriale: Antonio coniuga la sua passione per la filosofia greca con il business fondando il gruppo di Istituti Iervolino, una rete di scuole paritarie che consentono di recuperare gli anni perduti in seguito a una bocciatura. Iervolino si laurea in economia e nel 2004, ancora ispirato dall’aria liberale respirata durante il suo viaggio negli Stati Uniti, decide di replicare il business del padre ma più in grande e fonda l’Università Telematica Pegaso, che richiede l’obbligo di presenza solo al momento della tesi di laurea. Dopo i primi ostacoli iniziali, il progetto Pegaso ingrana con successo e le facoltà e gli iscritti si moltiplicano. In dieci anni l’università telematica registra oltre 60mila studenti, dieci corsi di laurea e oltre 200 corsi post-laurea e post-diploma, dal diritto all’economia, dall’ingegneria alle scienze umane. Alla Pegaso si rivolgono anche ministeri, sindacati e partiti politici, come Forza Italia, per offrire corsi di formazione ai suoi dirigenti. La didattica a distanza, resasi necessaria durante i picchi pandemici non lo prende di sorpresa, e sono in molti a rivolgersi a Iervolino per avere la sua consulenza a riguardo. Nonostante il successo della Pegaso, nel 2021 Iervolino cede al gruppo d’investimenti britannico, Cvc, tutte le quote dell’Università Telematica, di cui i britannici erano già detentori al 50% dall’anno precedente. Secondo alcune indiscrezioni la vendita avrebbe procurato a Iervolino un fatturato di un miliardo di euro. Forte del suo nuovo capitale d’investimento, a dicembre, Iervolino acquista il 51 per cento di Bfc media, gruppo editoriale responsabile di Forbes Italia, Blue Rating e Robb Report. Alla fine dello stesso mese di dicembre decide inoltre di comprare da Claudio Lotito la squadra di calcio della Salernitana, procurandosi i plausi del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Forbes Italia lo include tra i 100 capitani di industria più lungimiranti, pubblica libri sulla sua filosofia imprenditoriale come Now! E Just Press start(up). Date le sue numerose conoscenze in politica, in particolare con l’ex sostituto procuratore della Repubblica a Napoli, Catello Maresco, candidato sindaco partenopeo del centro destra, sono in molti a vociferare su un suo possibile ingresso in politica, ma è lo stesso Iervolino a smentire.
Da una richiesta di risarcimento danni all’acquisto della testata: l’altalenante rapporto tra l’imprenditore e L’Espresso
Come possiamo leggere su un articolo dell’Essenziale, in edicola dal 12 marzo, le relazioni tra Iervolino e il settimanale sono decisamente cominciate con il piede sbagliato: risale soltanto a pochi mesi fa, dicembre 2021, la decisione del tribunale di Napoli di respingere una richiesta di risarcimento danni per 38 milioni di euro avanzata dall’imprenditore campano contro i giornalisti Nello Trocchia e Corrado Zunino. I due giornalisti avevano infatti portato alla luce gli scheletri nell’armadio del fiore all’occhiello di Iervolino, la sua UniPegaso e gli ambigui rilievi dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Entrambi giornalisti di testate appartenenti al gruppo Gedi, Trocchia in particolare pubblica nel 2014 la sua inchiesta proprio sull’Espresso. Per un editore avere nel curriculum una richiesta di risarcimento danni contro due giornalisti non risulta di certo essere una mossa intelligente. Lo sgomento e la preoccupazione dei giornalisti dell’Espresso, alla luce del passato dissidio con l’imprenditore non devono sorprendere, ma Iervolino vuole tranquillizzare tutti, assicura che non ci saranno licenziamenti e dichiara a Libero: “Resterà il settimanale delle grandi inchieste, resteremo fedeli ai suoi valori e all’indipendenza che lo ha contraddistinto sin dalla sua formazione”. Ancora non sono noti i progetti che l’imprenditore ha in serbo per la testata, ma ciò che risulta certo è la sua intenzione di rinnovamento digitale, “immaginando infotainment, cioè informazione e intrattenimento insieme, con contenuti multimediali, trasformando l’audience anche in moneta sonante”, così come dichiarato da lui stesso durante un convengno di Confindustria il 9 marzo a Salerno. Si prospetta così un nuovo spirito imprenditoriale per l’Espresso, che i lettori e i giornalisti si augurano non vada a danno della qualità dei contenuti, sempre mantenuta alta nel corso degli anni di vita della testata. Come lo stesso Espresso ci tiene a ricordare, citando le parole di Corrado Augias: <<I giornali hanno una storia e in qualche caso fanno la storia. E vanno maneggiati con cura, bisogna tenerlo presente quando si fa l’editore>.
Aurora Mocci