di Giuseppe Rigotti
Ogni volta che in Italia la politica si assume delle responsabilità finisce per dispiegare l’ assurdo delle ipocrisie: Conte leader del M5S (interlocutore privilegiato del Pd) si dimostra contrario agli obblighi della Nato di aumentare del 2% la difesa militare, legittimo se migliaia di famiglie e imprese non riescono a pagare la bolletta della luce ma altrettanto lecito è mantenere saldo il supporto con gli alleati Atlantici tenendo conto del conflitto Ucraino.
Al contrario esige invece l’ approvazione Enrico Letta, costui cerca disperatamente di smarcarsi dal -visino- popolare di “Conte” poiché quando uno si impasticcia occorre che nel dinamismo più o meno progressista l’ altro ne approfitti correggendo ai limiti l’ area come il gioco delle (scarpe comode). Diciamo le cose come stanno: a meno a parole si fa acqua da tutte le parti, e chissà per quanto reggerà ancora il Governo dato che le coalizioni nascono solo sugli interessi elettorali. Il nostro -premier- Draghi, applica il voto di fiducia come cuscinetto per la maggioranza; ma anzitutto la questione è un primo cenno di crisi su cui peserà il resto della legislatura prima di incalzare sul bilancio economico Del “Def” (il Documento di economia e finanza che fissa le cifre macroeconomiche del bilancio per l’anno in corso e che dovrebbe contenere un primo amento di spesa, uno 0,1 o uno 0,2 %).
È partita così l’ ammuina politica in cui a ribollire sono i soliti risentimenti di partito (pardon Movimento), i grillini toccano fuoco quando devono dimostrare che la loro linea è la più giusta e pugnace, anche se la vera domanda è (quanto durerà) il logoramento?
A conti fatti “senior Conte e sting Letta” sono infallibili sui generis e “quando uno riflette l’ altro sbuffa”; simbiosi e promotori di un sistema politico impostato sulla sbornia (tra l’ altro), la sinistra accodata alla maggioranza non produce uova d’ oro così come (vogliono far credere).
Questa volta a dare un senso più chiaro al puro linguaggio della “tribù politica” è lo scricchiolio dei sondaggi, la cronaca di un “volta-pagina”, la cui trappola “regna” un mare in tempesta di opportunità mentre dicono i latini: “Regnabo, regno, regnavi, sum sine regno!”.
Redazione