L’Ufficio permanente della Conferenza dell’Aja, ha pubblicato una nota informativa sul tema dei bambini privati del loro ambiente familiare a causa del conflitto armato in Ucraina: in particolare sulla protezione transfrontaliera e sull’adozione internazionale.
Il documento chiarisce alcune modalità applicative della Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, adottata all’Aja il 29 maggio 1993 (ratificata dall’Italia con legge 31 dicembre 1998 n. 476, ma non dall’Ucraina) e della Convenzione sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l’esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, adottata all’Aja il 19 ottobre 1996 e ratificata dall’Italia con legge 18 giugno 2015 n. 101 (l’Ucraina è parte del Trattato).
A causa dell’invasione russa, molti bambini devono separarsi dalle loro famiglie, e si ritrovano privati dei beni di prima necessità come riparo, cibo e acqua, nonché dell’accesso all’istruzione. Molti di loro sono costretti a lasciare le loro case e i loro paesi per essere trasferiti in un luogo sicuro.
In tali situazioni, la prima preoccupazione per questi bambini dovrebbe essere la loro sicurezza.
In particolare, la nota informativa chiarisce che in caso di conflitto armato, l’attenzione dovrebbe essere rivolta a misure di protezione dei minori diverse dall’adozione. In una situazione di emergenza come quella in Ucraina, i rischi di pratiche illecite nell’adozione internazionale sono maggiori perché può essere molto difficile, se non impossibile, garantire che le adozioni avvengano secondo le garanzie e le procedure previste dalla Convenzione sull’adozione e dalla legislazione nazionale.
Alla luce di ciò, il documento propone che:
– il conflitto non dovrebbe essere utilizzato come giustificazione per accelerare le adozioni internazionali o per aggirare o ignorare gli standard internazionali e le salvaguardie essenziali per un’adozione sicura;
– le procedure di adozione dovrebbero essere vietate.
Inoltre, anche se l’Ucraina non è parte della Convenzione sull’adozione del 1993, tutti gli Stati riceventi dovrebbero applicarne gli standard e le garanzie quando cooperano con l’Ucraina, anche durante una situazione di conflitto armato.