“La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu ) ha condannato l’Italia per non aver protetto una donna e i figli dalla violenza domestica finita in tragedia.
I fatti risalgono al settembre del 2018 a Scarperia (Firenze), quando Niccolò Patriarchi uccise a coltellate il figlio di un anno, ferendo in modo grave anche la convivente e cercando di uccidere l’altra figlia.
Prima del drammatico epilogo, la donna era stata già aggredita più volte dal compagno e aveva sporto diverse denunce. Ma, nonostante l’apertura di una procedura per violenza domestica, durante l’inchiesta non venne presa alcuna misura per proteggere lei e i suoi figli.
L’ ultimo fatale attacco è avvenuto quando Patriarchi, “disturbato dal rumore causato da suo figlio e da una telefonata arrivata alla donna”, si era prima scagliato contro la figlia, gettandola contro il muro, poi contro la donna colpendola con un coltello e infine contro il figlio uccidendolo.
Patriarchi è stato condannato a 20 anni di reclusione, ma nel giudicare il caso, la Corte di Strasburgo ha stabilito che le autorità avrebbero avuto il dovere di effettuare immediatamente una valutazione dei rischi di nuove violenze da parte dell’uomo e prendere le misure necessarie a prevenirli.
Purtroppo questo non è stato fatto. Lo Stato dovrà versare alla donna 32mila euro per danni morali.
Ed è l‘ennesima condanna nei confronti di uno Stato che non mette ai vertici dell’attenzione la tutela e l’attenzione contro quel fenomeno criminale che è la violenza di genere”, è quando dichiara in una nota la deputata Stefania Ascari (M5s), commissione giustizia ed antimafia, capogruppo commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.
Di Giada Giunti