Da oggi, mercoledì 27 aprile, Polonia e Bulgaria resteranno senza gas della Russia. Il colosso energetico russo Gazprom ha annunciato di aver interrotto le forniture dopo che entrambi i paesi si sono rifiutati di iniziare a pagare in rubli. L’annuncio di Gazprom segue notizie dalle quali risultava questa mattina che le forniture in Polonia attraverso la Bielorussia si erano prima temporaneamente ridotte e fermate, poi erano riprese.
La conferma era arrivata ieri dal gruppo energetico polacco Pgnig che “ha ricevuto una lettera di Gazprom che annuncia una sospensione completa delle forniture di gas. Pgnig e Gaz-System informano che attualmente tutte le consegne ai clienti vengono effettuate in base alle loro esigenze. Le aziende stanno monitorando la situazione e sono preparate per vari scenari”, aveva reso noto il gruppo energetico in un comunicato.
Nel corso della giornata di ieri Gazprom non aveva confermato “che la fornitura di gas russo alla Polonia è già stata interrotta”. Allo stesso tempo, Gazprom aveva poi però sottolineato che “oggi la Polonia è obbligata a pagare le forniture di gas in conformità con la nuova procedura di pagamento”.
La notizia, già prima della nota ufficiale, aveva fatto schizzare in alto il prezzo del gas. Dopo un’apertura intorno ai 93 euro, si è registrato un picco a 107 euro a megawattora subito dopo la divulgazione.
La Russia ha sospeso la fornitura di gas anche alla Bulgaria, ha reso noto ieri il ministero dell’Energia di Sofia affermando che ”Gazprom ha informato Bulgargaz che interromperà la fornitura di gas dal 27 aprile”. La decisione segue il rifiuto della Bulgaria di pagare il gas in rubli.
UCRAINA – “La Russia inizia il ricatto del gas dell’Europa a causa della riluttanza dei Paesi a pagare il gas in rubli”, dice Andriy Yermak, capo dell’ufficio della presidenza ucraina, commentando su Telegram.
“Stiamo assistendo a un aumento russo delle tariffe e a un allontanamento da qualsiasi regola e obbligo. L’Unione europea ha ripetutamente affermato che non pagherà il gas in rubli, perché i contratti firmati non riguardano pagamenti in valuta ‘di legno'”, scrive Yermak, osservando che “la Russia sta cercando di dividere l’unità dei nostri alleati” e “dimostra anche che le risorse energetiche sono un’arma per loro”.
“Ecco perché – esorta il capo dell’ufficio della presidenza – l’Unione europea dev’essere unita e imporre un embargo sulle risorse energetiche, privando i russi delle loro armi energetiche”.