All’Alexanderplatz Jazz Club a Roma, il 20 maggio sarà una data da segnare al calendario, per la presentazione nazionale del nuovo album della pianista e autrice di jazz salentina, Elisabetta Guido dal titolo Arabesque pubblicato dall’Etichetta discografica romana Alfa Music, accompagnata da due musicisti milanesi Mirko Fait (sax) e Martino Vercesi (chitarra). Evento organizzato dalla Dottoressa Pina Stabile. Il 29 maggio il lavoro verrà presentato a Milano al Teatro dell’Elfo. Questo album è già stato presentato in anteprima al Festival Jazz di Milano. L’opera è composta da 9 tracce, sei delle quali composte dalla Guido, che spaziano fra swing, balland, samba e tango. Presenti anche alcuni brani basati su racconti reali, nei quali l’autrice racconta e dimostra il suo impegno a favore delle donne vittime di violenze, le tracce Non ritornerò mai più e Risveglio sono dedicate all’Associazione Salentina di Monica Antonia Agrosi, La Girandola, che si occupa di queste donne e dei loro figli.
Chi è Elisabetta Guido? Laureata in giurisprudenza, canto e pianoforte, è una vocalist poliedrica, che spazia dal jazz, al soul e gospel e alla lirica. E’ stata protagonista in vari palchi Europei, partecipando a numerosi jazz festival e ha collaborato con grandi nomi della musica italiana. Ha collaborato come vocalist e direttrice di coro con le produzioni Rai1 per i grandi eventi. Ha insegnato nei conservatori italiani ed ha pubblicato saggi di tecnica vocale.
In merito a quest’opera, la stessa autrice, commenta «Arabesque porta avanti la linea compositiva tracciata con il mio precedente album da autrice, The Good Storyteller (Dodicilune), cioè il mio voler suscitare immagini nella mente di chi ascolta ed il mio amore per il ritmo, che mi portò nel precedente lavoro a cimentarmi anche con 5/4, 7/8 e poliritmia. Ma, a differenza di quello, qui impera la semplicità, perché questo mio ultimo lavoro è figlio dei miei stati d’animo durante i lockdown causati dalla pandemia di Covid 19, periodi in cui ho sentito di voler utilizzare la scrittura musicale, come sempre avviene per me, come mezzo per ritrovare serenità ed un pizzico d’allegria. Sempre salvaguardando, certo, le mie origini jazzistiche, come si nota dalle armonie dei brani, ricche di modulazioni e di accordi contenenti particolari tensioni, descrittive dei vari stati d’animo, e dall’uso di passaggi melodici un po’ virtuosi tipici del jazz. Da questo sono nati brani come il samba That’s the matter, brano di punta dell’album, da cui è stato tratto anche un videoclip per la regia di Fabien Frigerio, in cui parte dell’effetto di cui dicevo sopra e’ stato dato anche dalla condivisione del pezzo con altre due cantanti, con un effetto anche di coralita’. Così come è nata anche la sambinha A casa di Cristina, con un testo dedicato all’estate, che è stata l’ unica stagione che ci ha dato un po’ di tregua dal virus».
Eleonora Francescucci