«L’album è un’esplosione di emozioni allo stato puro. In questo lavoro racconto le sensazioni che ho vissuto compiendo questo meraviglioso viaggio attraverso la gente e il territorio alla scoperta delle origini della mia terra, delle sue inestimabili bellezze e dei suoi misteri ricchi di cultura. “Terra Viva 2.0” parla anche del mio percorso personale: ripercorrere un presente che mi ha letteralmente catapultato nel passato, per poi farmi rimbalzare nel futuro, è stato qualcosa di quasi inspiegabile. Bisogna vivere certe emozioni per poterle raccontare in maniera spontanea, io l’ho fatto attraverso il docufilm e, soprattutto, attraverso la musica, che mi accompagna da sempre nel mio presente, nel mio passato e nel mio futuro», dice Libra parlando del suo ultimo lavoro discografico, l’album “Terra Viva 2.0”.
Nel disco dodici i brani dedicati al docufilm “Terra Viva”, dei quali dodici riarrangiati e cui cinque inediti,sono stati arrangiati da Mariano Bellopede, ed hanno visto la collaborazione di numerosi musicisti. Gli archi e la direzione di Arcangelo Caso, il pianoforte e le tastiere di Antonio Ottaviano e Bellopede, le chitarre di Claudio Romano, le chitarre e i plettri di Andrea Palazzo, il basso di Corrado Calignano e Pasquale Di Fiore, la batteria di Fabio Malfi e Mauro D’Ambrosio, la tromba e il flicorno di Gianfranco Campagnoli e Peppe Fiscale, il sax di Pino Cicarelli, le percussioni di Rosario Scotti, Nino Yambù Pomidoro e Ciccio Merolla, i cori del Peter’s Gospel Choir, di Vania Di Matteo e di Alfredo Irace.
Il disco si pone come obiettivo quello di restituire ai campani le meraviglie della propria regione, spesso sconosciute anche a loro, e agli italiani di mostrare le tradizioni, le culture e le bellezze della Campania e di concentrare l’attenzione anche sull’importanza della musica, su come sia capace di unire le persone e parlare della bellezza attraverso le note, motore della vita di ogni essere umano, capace di risvegliare emozioni assopite e di stimolare la voglia di viaggiare e di riscoprire le proprie origini.
«Noi siamo figli di questa terra e ognuno di noi dovrebbe conoscere a fondo il carattere della propria madre. Questo viaggio per me rappresenta esattamente questo: un percorso nei meandri della mia cultura. Da buon figlio mi sono sfamato non soltanto del patrimonio gastronomico, ma anche del patrimonio della strada, dei contadini, degli imprenditori, che lavorano questo territorio. “Terra viva” significa libero da ogni cosa: libertà di pensiero, di educazione, di scelte. “Terra viva” rappresenta i figli liberi di questa terra», conclude Luigi Libra.
Roberto D’Amato