Roma, 26 mag. – A Tirana con il cuore, a Roma con bandiere, clacson, fumogeni, bandiere e fuochi d’artificio. Dopo il fischio finale all’Arena Kombetare, quello che ha consegnato la Conference League agli uomini guidati da Mourinho in lacrime, in città è scattata la festa giallorossa. Circo Massimo, Colosseo, Testaccio, Piazza del Popolo, Gianicolo. Sono bastati pochi minuti e dal silenzio – meglio, dall’apnea – che la avvolgeva negli ultimi istanti di gara, sono bastati pochi minuti: piazze e strade si sono riempite, migliaia di persone in festa hanno portato la loro gioia e i loro cori in ogni angolo.
L’onda giallorossa è partita dallo stadio Olimpico
Cinquantamila persone hanno riempito gli spalti per assistere davanti ai maxischermi in un unico respiro con Tirana, abbracciandosi al gol di Zaniolo. Al fischio finale la festa in campo, chi si scatta un selfie, chi si porta via le zolle di erba, chi chiama a casa. Poi fuori, in strada.
Il ritmo è scandito dai clacson
Traffico paralizzato e strade del centro chiuse. Chi è in macchina – famiglie, soprattutto, bambini e adulti che non hanno mai visto vincere la loro squadra in Europa – fa fatica ad avanzare. Lungotevere in festa, le vacanze romane in vespa stasera sono mille, diecimila motorini che cercano un varco e si fanno largo tra bandiere, trombette e cori intonati, improvvisati anche se sempre gli stessi a rimbalzare da un quartiere all’altro, dal centro alla periferia fino ai confini più lontani di Centocelle e del Prenestino. C’è il grido d’amore per Mourinho e c’è lo sfottò ironico per i cugini della Lazio.
A Piazza del Popolo il colpo d’occhio dal Pincio è spettacolare. Parte il coro “vinceremo il Tricolore” La Fontana dei Leoni è protetta dalle transenne ma non basta: il tuffo e il bagno in queste prime calde serate di tarda primavera scatta automatico per alcuni ragazzi. Forze dell’ordine poche, gli unici presidi sono della Polizia locale. La zona più colorata e viva è quella del Circo Massimo.
Il tempio del tifo romanista è quello dove scattano i fuochi d’artificio che illuminano la notte. Anche il Colosseo è coinvolto: i vessilli sventolano pure sotto il monumento di Roma più famoso al mondo.
Da Trastevere e da una piazza Trilussa più rumorosa e festaiola rispetto alla solita movida, con Ponte Sisto ‘assediato’, la palla passa a Testaccio, a piazza Santa Maria Ausiliatrice. Qui il cuore della Roma esplode in un tripudio di sciarpe, magliette, bandieroni. Ci si ritrova in piazza dopo un appuntamento al telefono e parte il coro sulle note della ‘Società dei magnaccioni’. A pochi passi da qui c’è il murale ormai più famoso della storia della Roma: il Mourinho in Vespa disegnato da Harry Grab – issato in forma gigante anche a Tirana – stasera è meta di pellegrinaggio dei tifosi che non perdono l’occasione di farsi un selfie con lo Special One. “Quella sera io c’ero”.
La festa, aspettando il ritorno degli eroi di Tirana, è appena cominciata
“Lo meritavamo, ho detto da subito che volevo aiutare la Roma ad arrivare in finale”. Tammy Abraham è stremato. Il calciatore inglese, che ha giocato 56 partite in tutta la stagione (“non ho più energie”), ai microfoni di Sky ha raccontato le emozioni: “È il momento di festeggiare- ha detto- non so cosa faremo domani, è una esperienza incredibile. Speriamo di continuare così. La stanchezza? Ho faticato parecchio, ma per la Roma darei tutto”. Per lui i tifosi, dal suo arrivo nella Capitale, “sono stati incredibili, questa è casa mia, sono contento di concludere la stagione con un trofeo”
Francesca Romana Cristicini