Pirateria informatica, un tema diffuso e radicato, (trova infatti origine ben prima del digitale: in molti ricordiamo le musicassette, e correlate). Anche i meno esperti lo fanno; esiste ormai un’importante incidenza con l’esserne perseguiti per via legale. Ma cosa si intende quando si parla di pirateria informatica?
Secondo la Treccani, nell`ambito dei new media e di tutta l`economia di comunicazione, questo tema ha assunto un`importanza cruciale, distinguendo tra i pirati attivi e quelli passivi: i pirati attivi immettono in rete opere, prestazioni o prodotti online coperti da copyright, mentre i pirati passivi, le scaricano o si rivolgono a servizi streaming non ufficiali a fronte di un costo minore o pari a zero. Dunque, Time2play si è chiesta quanti tra i cittadini italiani scarichino file attraverso i torrent oppure guardino serie tv e film in streaming su siti illegali. Hanno chiesto agli intervistati – come spiega una nota – per quale ragione scelgano la pirateria anziché i siti ufficiali. Hanno poi voluto saperne di più sui fattori culturali e sociali che spingono gli italiani verso la pirateria informatica, se facessero o meno altri usi illegali di internet, e quali. Di seguito, i risultati dello studio raccontati in maniera diretta da chi lo ha fatto. Alla domanda se si scaricano file attraverso i torrent oppure se si guardino serie tv e film in streaming su siti illegali – dicono – non siamo stati sorpresi dal 63,8% di coloro che hanno risposto ‘sì’. Volendo capire meglio la portata del fenomeno, abbiamo chiesto al 63,8% di chi ha ammesso di praticare pirateria informatica, per quale ragione lo facesse. Il 62,6% ha risposto “ciò che amo guardare non è disponibile sulle piattaforme di streaming a pagamento“; il 16,2% ha invece ammesso di “non poter pagare” alcuna piattaforma streaming ufficiale; secondo l`11,6%, invece, “la qualità dei servizi streaming non vale il pagamento“; infine, il 9,6% ha indicato “altre ragioni” per cui sceglie di scaricare file o guardare streaming illegale. Quali? “Contenuti dislocati su troppe piattaforme“. Oppure, “troppi servizi streaming diversi“. Tra le altre risposte: “Non guardo abbastanza film e serie tv per abbonarmi, o giustificare un abbonamento“, e ancora: “Pago tre abbonamenti ma non trovo quello che cerco“; “Non voglio pagare se posso non farlo“; “Voglio serie tv e film salvati in backup“.
Molti intervistati dichiarano infatti che la volatilità dei cataloghi online li scoraggiano dall`effettuare una sottoscrizione alle piattaforme streaming, preferendo invece scaricare film, serie tv e musica attraverso i torrent per poterli salvare sul loro hard disk e avere una sorta di collezione privata di loro gusto.
Tuttavia, la pirateria informatica è mossa anche da fattori sociali e culturali; abbiamo chiesto nel nostro sondaggio quali fossero appunto i fattori sociali e culturali che spingono a scegliere la pirateria informatica, collezionando una serie di risposte a scelta multipla interessanti da coloro che ne hanno preso parte. Ecco il risultato: il 74,9% ha dichiarato “perché pagare per qualcosa che posso avere gratis?”; il 71,1% sceglie la pirateria a causa del “reddito basso”; l`8,8% ha indicato come motivazione il cliché “In fondo, agli italiani piace rubare“; il 6,6% lo fa per “andare contro le regole”; per il 2,4% la pirateria “è divertente“; il 3,4% ha indicato di scegliere la pirateria per “altre ragioni”.
Ecco quali: per vedere tutti i canali bisognerebbe abbonarsi a una quantità di piattaforme eccessive; cataloghi online scadenti e piattaforme troppo care; ritardo nell`arrivo di servizi streaming qui in Italia; sicurezza di avere un backup; troppa diramazione e piattaforme diverse; contenuti dislocati su piattaforme diverse;ci si sente in difetto a pagare per qualcosa, come i film o la musica, che in fondo non sono indispensabili; le licenze in Italia arrivano dopo anni e sono tradotte da cani; sul sito pirata si trova tutto, di una qualità audiovisiva e sottotitoli migliori.
“A questo punto – scrive sempre Time2play – ci siamo chiesti se ci fossero altri modi di usare internet illegalmente. Il 28,5% degli italiani che hanno preso parte al nostro studio, ha ammesso di fare altri usi illegali del web. Le attività illecite sono varie e sembrano proprio qualcosa in cui ci si imbatte quotidianamente nel mondo di internet: il 44,2% degli intervistati usa programmi senza licenza sul pc; il 37,7% scarica musica e film; il 25,3% guarda canali tv online su siti non ufficiali; l`8,9% vende oggetti online senza dichiarare i guadagni al fisco; il 7,9% pubblica su internet, blog o social network, foto e immagini coperte da copyright; il 6,5% ammette di collegarsi alla rete Wi-Fi del vicino; il 5,8% ha sbloccato il cellulare per renderlo compatibile con altre sim; il 3,8% insulta qualcuno su internet o Facebook; il 4,1% svolge altre attività illegali su internet. E le altre attività illegali svolte su internet dai nostri intervistati sono principalmente inerenti il mondo dell`editoria e dell`intrattenimento; il 4,1% dei partecipanti al nostro studio scarica ebook, scarica articoli scientifici, scarica libri in pdf oppure libri universitari coperti da copyright. In piccola percentuale, presenti anche coloro che scaricano videogiochi e app ‘craccate’, e neppure chi è dedito al cyberstalking online.
(Red/Dire).