AGI – “Noi siamo già presenti in Lettonia, siamo presenti in Romania, con l’attività di sorveglianza dello spazio aereo e con la prossima Delibera missioni saremo presenti, se il Parlamento sarà d’accordo, anche in Ungheria e Bulgaria con i nostri contingenti. In Bulgaria avremo la guida di questa missione, sono missioni della Nato per rafforzare la deterrenza sul fianco est“. L’annuncio arriva direttamente dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
“La deterrenza – ha spiegato il ministro – serve per prevenire i conflitti e per rafforzare le condizioni di sicurezza. Insieme a questo c’è il lavoro che tutte le nostre Forze Armate stanno facendo in altri quadranti del mondo, con particolare attenzione al Mediterraneo in cui – ha concluso – siamo impegnati per la stabilità, per la sicurezza e per la pace”.
Lo stallo nelle sanzioni
L’Ungheria punta di nuovi i piedi contro Bruxelles e chiede di togliere Kirill dalla lista dei “sanzionati”. La nuova presa di posizione di Istanbul genera un altro stallo che stavolta riguarda il sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca la cui approvazione è slittata ancora una volta. La richiesta di esonerare il patriarca della chiesa ortodossa russa è stata avanzata alla riunione tra gli ambasciatori Ue.
I nuovi aiuti americani per Kiev
Dall’altra parte dell’oceano la parola è stata presa da Antony Blinken, segretario di Stato amenicano: “Prevediamo che la guerra duri ancora molti mesi”. E contemporaneamente annuncia un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev che comprende, tra le tante cose, quattro lanciarazzi Himars (High Mobility Artillery Rocket System) a media gittata, elicotteri, missili anticarro Javelin, sistemi radar e veicoli tattici.
La replica del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov: “Ll’invio dei lanciarazzi è una provocazione diretta”. Il Cremlino, infine, non ha escluso la possibilità di un incontro tra Putin e Zelensky ma solo se finalizzato alla firma di un documento.