Si continuano ad elencare violenze sulle donne e soprattutto bambini, tutti maltrattamenti, femminicidi che potrebbero essere evitati, nessuna protezione per le donne vittime di violenza domestica.
Ancora una volta la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia, la deputata Stefania Ascari (M5S), avvocato penalista, commissione giustizia ed antimafia, capogruppo Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, ci fornisce il suo pensiero in una nota.
“La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per non aver protetto Silvia De Giorgi, una donna padovana che aveva denunciato più volte l’ex marito violento con lei e con i suoi tre figli.
La Corte registra una “violazione dell’articolo 3 della convenzione dei diritti umani”. Per intenderci: quello che punisce i Paesi che applicano tortura e trattamenti disumani.
Silvia De Giorgi e il suo ex si erano sposati nel 2002, tre figli. Lavoravano insieme nell’azienda di lui, ma Silvia non era economicamente autonoma, non avendo avuto la possibilità di aprire un proprio conto corrente. Dal 2010 i rapporti tra i due si incrinano. Inizia la violenza su di lei e sui bambini, le minacce di morte, gli atti persecutori e lo stalking. La casa viene riempita di telecamere e registratori.
Silvia finisce in ospedale, per sette volte ha denunciato l’uomo e mai è stata creduta. “Probabilmente perché l’uomo è nipote di un personaggio politico di peso”, dice la donna. Passano i mesi, la causa per il divorzio va avanti, il mantenimento per i figli non arriva mai e, per di più, l’uomo la segnala ai servizi sociali.
Quando questi capiscono che Silvia e i suoi bambini sono vittime di violenza, colpevolizzano la donna: “Signora, doveva denunciare prima. Non vuole bene ai suoi figli?”.
Nel frattempo le segnalazioni finiscono sul tavolo di un giudice che definisce le violenze “normale conflittualità tra coniugi”. Mai è scattata alcuna azione di protezione. Ecco perché insisto con il parlare di formazione e specializzazione per gli addetti ai lavori.
Ora Silvia ha cambiato vita, è andata via da Padova, ha un nuovo compagno, i suoi figli sono sereni e sarà risarcita per ciò che ha subìto. Ha condotto una battaglia da sola contro un intero sistema che le remava contro. E se oggi è viva, probabilmente è solo per fortuna. Di certo non per merito della giustizia”, con queste parole piene di amarezza, conclude la nota la deputata del M5S.
Di Giada Giunti