di Giuseppe Rigotti
Per ogni stella cadente che cade una ne resta su (Apriti Cielo) tanto che Luigi Di Maio annovera il passaggio più eccitante del cosmo: da che era “populista che brillava” passa a “prurito”; infastidito si rinnova in un nuovissimo cerchio magico in cui restano fuori i soliti sbarellati capitanati dal solo -senior- first Conte.
Appare sempre più rispettabile la figura del Ministro Di Maio, lui stesso, diventa il figlio legittimo dei “Don”riconosciuto dall’ establishment (per intero) praticando e sincronizzando da sempre l’ approdo alla mediazione tra i diversi gruppi delle camere e scrollatosi di dosso l’ immagine dell’ insaponato appartenente alla ideologia (Casaleggio&Co), il ‘Guaglione’ addirittura prepara un nuovo percorso politico “Insieme per il futuro”, e la ragione primordiale sarà quella di muoversi verso il centro per porre al riparo l’ attuale governo e cicatrizzare le innumerevoli provocazioni dei leader coagulanti da dentro.
D’ altra parte nessuno ha l’ onestà di guardare in faccia il vecchio movimento, ruotano attorno incomprensibili spettri che per la lunga hanno perfino impaurito quelli che volevano una -succursale pia- come A. Di Battista. E così che il maker Dimaiano riesce con talento a mettere da parte le ambiguità, ascolta “i Don” e sceglie la cravatta giusta per lo show mediatico. Poi ribadisce l’ appartenenza euro-atlantica.
In questo caso ci sono le garanzie per federare i draghiani e continuare con l’ operazione di tutelare Palazzo Chigi h 24: “è così ovvia” la confusione e allora dicesi “età dell’oro” (quella in cui oro non c’ era).
Redazione