Prosegue incessantemente il lavoro e l’impegno dell’avv. Claudia Barcellona in favore delle piccole e medie imprese dello spettacolo sulle varie problematiche che affliggono il settore, più che mai in questi ultimi anni. L’avv. Barcellona, quale membro del Consiglio direttivo di Audiocoop, oltre che quale difensore di diverse piccole e medie realtà discografiche ed editoriali, ha partecipato all’immancabile riunione dell’8 giugno 2022. In tale occasione, presso la Direzione Generale Cinema, si è svolto l’incontro fra il Direttore Generale Nicola Borrelli e le maggiori associazioni di categoria in merito al “tax credit musica”, uno dei temi caldi di questa estate, che è, proprio in questi giorni, in discussione in Parlamento e al Ministero della Cultura.
“Il tax credit musica è un’annosa questione e certamente abbiamo ben accolto l’invito da parte del Ministero di sederci ad un tavolo comune –afferma l’avv. Barcellona- per confrontarci sulla tematica, segno di una crescente attenzione verso la filiera musicale. Il nostro settore è estremamente eterogeneo e la normativa attualmente vigente, nonostante le modifiche apportate negli scorsi mesi, risulta inadeguata a rispondere ai bisogni delle piccole e medie imprese, che costituiscono numericamente la stragrande maggioranza delle realtà operanti in Italia. Tali imprese indipendenti svolgono un ruolo fondamentale perché, svincolate dalle mere logiche di mercato, rappresentano un laboratorio sperimentale in continua evoluzione e portano avanti un’incessante attività di scouting di nuovi talenti, anche a favore delle grandi imprese che poi investono sui medesimi artisti”.
Per accedere al tax credit (beneficio riservato solo alle imprese esistenti da almeno un anno prima della richiesta di accesso alla misura e che hanno come oggetto sociale la produzione, in forma continuativa e strutturale, di fonogrammi, nonché la produzione di videogrammi musicali, la produzione e l’organizzazione di spettacoli musicali dal vivo con Codice ATECO 59.20) oggi è necessario aver maturato un milione e trecentomila streaming, mille download, mille copie stampate su supporti fisici.
Questi numeri sono in parte anacronistici – e difatti, il download si è sostanzialmente estinto mentre i supporti fisici sono stati superati dalle nuove modalità di fruizione della musica – e soprattutto sono inarrivabili per le medie e piccole imprese.
Durante l’incontro, riporta l’avv. Barcellona, Audiocoop – società di collecting di piccoli produttori che si occupa della tutela dei diritti connessi e copia privata -, ha chiesto di rimodulare questi requisiti di accesso riducendoli alternativamente a trecento copie stampate su supporti fisici e cento mila ascolti in streaming.
Il tax credit è inoltre riservato alle registrazioni fonografiche o videografiche musicali, su supporto fisico o digitale, composte da otto brani non già pubblicati diversi tra loro, ovvero da uno o più brani non già pubblicati di durata complessiva non inferiore a 35 minuti, con possibilità di includervi «cover» in una misura non superiore al venti per cento.
Tale requisito, per quanto legittimo, esclude dal beneficio fiscale la musica classica e la world music, pertanto, si è chiesto di sostituirlo con la possibilità di considerare ammissibili tutte quelle opere della durata già stabilita con nuovo codice ISRC.
Si è ulteriormente chiesto di innalzare l’aliquota (dal 30% al 50%) in favore delle piccole e medie imprese e di rivedere il sistema per quanto riguarda i videogrammi musicali, sui quali il Direttore Generale ha preannunciato una riunione nei prossimi giorni.
Più in generale, l’avv. Barcellona per Audiocoop si è soffermato sulle carenze del sistema e sulla necessità e urgenza di adeguare il tax credit musica a quello per il cinema e l’audiovisivo, estendendo il beneficio fiscale a tutti i settori e le figure dell’industria musicale, consentendolo, ad esempio, anche per la nuova apertura o riapertura e ristrutturazione di studi di registrazione, acquisto e ammodernamento di attrezzature, attività promozione, marketing, comunicazione, e prevedendone l’estensione anche per la musica eseguita dal vivo e non solo per quella registrata.
Occorrerà attendere ancora qualche settimana per conoscere quali di queste istanze verranno accolte.