Nel biennio 2014-2015 Atac, con un organico di circa 12.000 dipendenti, ha avviato e definito un totale di 4.396 provvedimenti (circa 2.200 all’anno). L’intera procedura è stata costruita nello spirito e nella lettera dello statuto dei lavoratori ed in particolare dell’art. 7, comma 6, della legge 20 maggio 1970, n. 300.
Ai 32 licenziamenti conseguenza di provvedimento disciplinare, se ne sono peraltro aggiunti altri 7 adottati alla luce della disciplina legale e contrattuale per circostanze legate a malattia o per scarso rendimento. Ammontano quindi a circa 40 i provvedimenti estremi comminati.
L’azione disciplinare è stata esercitata con il principale obiettivo di contrastare quelle criticità che impattano in via immediata e diretta sulla regolarità del servizio, parallelamente sono state sanzionate tutte quelle condotte che per la loro gravità hanno determinato la rottura del vincolo fiduciario, mentre alcune campagne specifiche sono state poi condotte per contrastare comportamenti negativi diffusi su diversi contesti. La notizia di stampa per cui si riteneva essere presente un arretrato “monstre” di 2.500 provvedimenti è destituita di fondamento.
Negli anni 2014 e 2015, come già evidenziato, l’azienda ha inaugurato una nuova prassi organizzativa che ha permesso di superare l’impasse, e da allora ha messo a regime una procedura che consente di definire i provvedimenti disciplinari che ogni anno vengono avviati.
Relativamente all’abbattimento dell’assenteismo, l’azienda evidenzia che con le iniziative gestionali assunte (provvedimenti disciplinari compresi), si sono raggiunti picchi fino al 35% di diminuzione, che porta il tasso di assenteismo per malattia ad un tendenziale 4%, di fatto allineato a quello delle altre aziende private.
L’azienda procede quindi regolarmente e senza ritardi nel proprio compito, nel rispetto del lavoro e a vantaggio del servizio che vuole offrire alla città.
di Alberto Fuschi