Per il TAR del Lazio l’uccisione dei 140 animali sani, attualmente ospitati tra le recinzioni del rifugio romano “la Sfattoria”, non rappresenterebbe un danno grave e irreparabile.
Questa mattina infatti è stato rigettato il ricorso rivolto al Tar del Lazio contro la decisione della Asl 1 di Roma, che aveva notificato al santuario dei suini salvati dai maltrattamenti, l’ordinanza di abbattimento tramite elettroshock.
«La politica continua a non metterci la faccia -prosegue Emanuele,- per cui abbiamo già depositato ricorso al Consiglio di Stato».
L’abbattimento sarebbe dovuto alla presenza degli animali proprio nella zona rossa istituita per fronteggiare la peste suina.
Le associazioni tra cui ENPA, LAV e OIPA, si sono già schierate con i loro legali dalla parte del rifugio, sottolineando che gli ospiti dello stesso sono suidi sani e regolarizzati, la cui presenza è da tempo nota all’Asl e per i quali sono già state adottate adeguate misure precauzionali contro la diffusione della peste suina africana, non rappresentando un pericolo per la salute pubblica.
In queste ore i volontari della struttura stanno chiedendo di presenziare in gran numero al loro fianco, oltre a condividere quanto più possibile la vicenda sui social.
È anche possibile firmare una petizione a questo link per tutelare la vita di questi animali, molti dei quali già provengono da situazioni di maltrattamento.
Francesca Ruggiero