Quando il Graffitismo e la Pop Art si fondano un unico artista, nasce Samuel Di Mattia, nato in Francia da genitori italiani emigranti. Si è laureato in design industriale nella Scuola d’Arte di Condé a Nancy ed ha un master in arte in design conseguito presso la Scuola Esad di Reims. Nel 2006 si trasferisce in Irpinia (Italia) e lavora come Interior Designer, sviluppando ed ampliando la sua attività artistica già ricca di generi, dal Graffitismo di Basquiat, alla Pop Art di Andy Warhol, alla Street Art di Banksy. Incontriamo il giovane artista, che ci illustrerà la sua arte.
Ci puoi raccontare i tuoi esordi e come hai scelto lo stile che stai facendo ora? Ho studiato in Francia alle belle arti, ma già dai tempi delle scuole superiori iniziavo a disegnare e a dipingere. Ho continuato a sviluppare questa passione che ho approfondito e migliorato alle belle arti. Seguendo gli artisti tipo Basquiat, Warhol, Modigliani, Picasso, Van Gogh, anche se lo stile richiamava di più la street art e la pop art che mi ha portato a concentrarmi di più su questo stile. Sicuramente l’artista che seguo molto e al quale mi ispiro è Basquiat.
Le tue tele sono sempre a sfondo sociopolitico, cosa ti ha portato a fare questa scelta? Questa scelta nasce dal fatto che paragonando l’arte alla musica voglio trasmettere un messaggio di umanità di pace e sollevare qualche problematica per risolvere un po’ i conflitti sociopolitici che ci sono, che ci sono stati e che purtroppo ci saranno. Il mio obiettivo è illustrare un problema che possa essere sotto gli occhi di tutti.
Nella tua carriera questo tipo di arte ha trovato ostacoli oppure è ben vista sia dalla critica che dal pubblico? Non ho mai trovato ostacoli in tal senso, anzi è un tipo di arte che è sempre ben visto dai galleristi e anche dal pubblico visto che è uno stile che parla un po’ a tutti. Anzi, con questo tipo di arte è un modo di interpretare idee e sentimenti, è una passione, la gente si accorge di ciò e questo piace.
Per creare le tue opere che tecnica usi? Ho una tecnica ricorrente come lo stencil, per le scritte e per il figurativo. Dal vivo si nota molto di più che dalle foto, lavoro molto la materia attraverso, l’acrilico, spray, scotch, decoupage.
Le tue tele rimangono sempre con un gioco del chiaro e dello scuro, forse perchè in qualche modo rappresentano la società moderna con tutti i suoi problemi? Probabilmente è vero, sicuramente non lo faccio apposta, ma creo gli abinamenti sempre in base a ciò che voglio esprimere. Le mie opere sono sempre a carattere socio politico e all’interno della stessa provo a riportare queste tematiche, anche in modo indiretto, l’importante è portare un messaggio positivo, una speranza e poter farlo vedere a tutti.
Le scritte che spesso si vedono nelle tue tele sono la riproduzione di titoli di giornale realmente pubblicati oppure sono frutto di fantasia con l’uso di font della stampa? Ci sono quelle in decoupage che sono veri e propri ritagli di giornale altre invece scritte con lo stencil si rifanno comunque a frasi famose in base a quello che rappresenta la tela.
Il tuo tipo di arte come vedi si possa sviluppare nei prossimi anni? Con questo tipo di arte, ogni tela è sempre qualcosa di nuovo che si può imparare, un migliorare la tecnica, un migliorare il posizionamento delle scritte. Nel futuro la street art e la pop art sarà sempre più riconosciuta e riconoscibile in quanto aperta a tutti. Voglio comunque continuare su questa strada di produzione “libera”, scegliere le mostre da fare che sono più idonee al mio tipo di lavoro. La location è indispensabile, mi piace molto il contrasto del palazzo storico con l’arte urbana del mio lavoro.
Per concludere, hai progetti imminenti che ci vuoi raccontare? Oltre all’esposizione in essere al porto turistico di Roma, a fine agosto ho un’esposizione a Benevento dal titolo “Bene bene 2022” a Napoli invece sarò in mostra a settembre con Maurizio Vitiello.
Agostino Fraccascia