Il talento è talento e non si può dire che Elena Modelli non ne abbia. Il senso artistico è intrinseco nell’artista sin da bambina quando davanti al casale dove abitava nella campagna emiliana, lavorava il fango delle pozzanghere. Dalle opere d’arte di fango di una bambina ad opere d’arte in ceramica di un’adulta è stato il fisiologico epilogo di una vita d’amore per l’arte. Le opere della Modelli sono molto colorate e anche per la forma buffa che hanno suscitano nello spettatore molta allegria. Incontriamo l’artista che ci racconta la sua arte.
In che modo e quando è avvenuto il suo approccio con l’arte e com’è nato il suo percorso verso la ceramica? Fin da piccola, anche prima di imparare a leggere, restavo affascinata dalle illustrazioni dei libri, in particolare mi colpivano i disegni relativi agli animali. Io cercavo di ricopiarli coi pastelli che mi comprava mia mamma, pastelli che io trattavo con grande cura. Sia alle elementari che alle medie ero molto brava in disegno. Speravo che i miei genitori mi iscrivessero al liceo artistico oppure alla scuola di ceramica a Faenza, ma purtroppo mi ritrovai iscritta ad un altro percorso di studi dove l’arte non era contemplata. Molti anni più tardi a Imola “Università Aperta” istituì i corsi di scultura affidati ad un bravissimo scultore romano, Sandro Pagliuchi. Da lì sono ripartita con l’arte. Dopo 4 anni di scultura ho deciso di unire la scultura alla ceramica ed ho iniziato a frequentare i corsi di ceramica a Faenza, città della ceramica. Da quel momento ho iniziato a ceramizzare e a colorare le mie sculture.
A quali figure del passato, se ce ne sono, lei si ispira nel suo percorso d’artista? Sicuramente i miei manufatti hanno dei tratti comuni con certe figure dell’arte Maya, in particolare con le fantastiche e colorate rappresentazioni di animali. Amo moltissimo l’arte Maya, ma ho cercato di non copiare e mantenere un mio stile molto personale.
Negli ultimi anni le sue sculture hanno come soggetti personaggi fantastici, in modo particolare animali. Da cosa viene questa scelta? Modello principalmente animali perché mi piace crearli dal nulla e dar loro una vita. Mi sento gratificata vedendo le loro espressioni soddisfatte e felici. Questi personaggi buffi e allegri contribuiscono a creare un’atmosfera serena e rilassante nel mio laboratorio. È bello lavorare circondata da tanti simpatici animaletti: cavallette, elefantini, coccodrilli, rane, camaleonti, tutti belli sorridenti che infondono buonumore.
Fra tutte le sue opere, qual è quella che ha avuto un maggiore impatto su di lei e perché? L’opera che amo di più è dalla quale non mi separerei mai è un grande coccodrillo realizzato in un unico pezzo, è lungo un metro e mezzo. Per effettuare la prima cottura è posizionarlo nel forno ci sono voluti 4 uomini. Essendo modellato in argilla era molto fragile. Fortunatamente è andato tutto bene e non si è rotto nulla. Quello è stato un pezzo tecnicamente molto difficile da realizzare, per questo motivo mi dispiacerebbe separarmi da lui.
Qual è il segreto del suo successo? E cosa suggerirebbe ai giovani che volessero intraprendere questa carriera? Credo che I miei lavori piacciano per l’allegria che suscitano, sono pezzi molto allegri, dai colori brillanti e vivaci, apparentemente semplici che rappresentano il mio modo di essere. Ai giovani che vogliono intraprendere questo lavoro appassionante, consiglio di non arrendersi di fronte alle difficoltà. Nel campo della ceramica c’è sempre da imparare ma se c’è la passione tutto si supera.
Per concludere, quali sono i suoi progetti futuri? Per il futuro ho in programma varie mostre in Italia e all’estero. Spero che vada in porto una mostra a NY.
Eleonora Francescucci