AGI – Un intervento tra gli otto e i dieci miliardi da mettere sul tavolo per incrementare le risorse dei decreti aiuti già in campo, ma non è alle viste l’ipotesi di uno scostamento di bilancio. Il governo è pronto a rispondere all’emergenza sull’aumento dei costi delle bollette per i cittadini e le imprese e un Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi nei prossimi giorni, ma secondo quanto emerge, le risorse dovranno essere recuperate senza ricorrere a extra-deficit.
La richiesta delle forze politiche a palazzo Chigi continua a essere pressante: è necessario intervenire subito sul caro-energia. Il leader della Lega, Matteo Salvini, che pochi giorni fa aveva ribadito la richiesta di “uno sforamento di bilancio di 30 miliardi” chiede all’esecutivo di riproporre in Italia il ‘modello francese’, ovvero un tetto al 4% degli aumenti dei costi in bolletta. “Non litighiamo, firmiamo una proposta comune: copiamo il modello francese con il tetto al 4%”, dice Salvini che chiede una convocazione rapida del Parlamento e del Consiglio dei ministri.
Ma sul tema dello scostamento le posizioni nel centrodestra sono diverse e si registra la cautela di Fratelli d’Italia. Giulio Tremonti, candidato del partito di Giorgia Meloni e accreditato a rivestire un ruolo di primo piano di un eventuale governo della destra, mette in guardia sull’ipotesi di un extra-deficit: uno scostamento di bilancio, per far fronte al caro-energia, “con l’inflazione e la speculazione in netta ripresa sarebbe una misura molto rischiosa”, dice l’ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi a Repubblica. “Io credo che oggi serva un’azione europea comune, come quella contro la pandemia, che agisca non soltanto sugli extraprofitti delle imprese ma soprattutto sull’extragettito”, aggiunge.
Luigi Di Maio di Impegno Civico propone “un decreto di emergenza non appena arrivati al governo da approvare subito. Un taglia bollette che consenta alle piccole imprese fino alla fine dell’anno di vedersi pagato dall’Stato l’80% delle bollette e che varrebbe circa 13,5 miliardi di euro”.
Si fa strada intanto l’ipotesi lanciata da Carlo Calenda di una ‘pax’ tra le forze politiche durante la campagna elettorale sul tema energia: dal centrodestra, dopo l’apertura di ieri di Salvini, ribadita anche oggi, interviene Antonio Tajani: “Noi siamo pronti a sederci attorno a un tavolo affinchè si trovi un accordo per un decreto che affronti l’emergenza bollette” ma “senza un’azione forte dell’Europa il problema sarà difficilmente risolvibile”, dice il coordinatore nazionale di Forza Italia.
“Dopo Salvini anche Tajani apre alla nostra offerta – commenta Calenda – ma per cortesia non giochiamo con le parole. La proposta rimane sempre la stessa: sediamoci insieme e portiamo una soluzione a Draghi sul caro bollette, assumendoci la nostra parte di responsabilità”.
Letta: “Un’intervento rapidissimo”
“L’intervento sul caro-bollette dell’energia dev’essere rapidissimo”. Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta, aprendo a Vicenza la campagna elettorale in Veneto. “Al governo diciamo che siamo pronti a sostenere da subito le soluzioni che verranno individuate”.
“Il governo assuma un’iniziativa e i partiti dicano che sono pronti a sotenerla, noi diamo la nostra disponibilità al governo Draghi a sostenere le misure che verranno individuate chiedendo al governo di farlo nel piu’ breve tempo possibile” ha aggiunto.
Quattro i ‘capitoli’ sui quali per Letta bisogna intervenire: “un tetto delle bollette a livello nazionale, disaccoppiando l’elettricita’ prodotta con il fossile, da quella con le rinnovabili”. Il secondo punto è “il raddoppio del credito d’imposta per le imprese che oggi pagando costi enormi: dal 25 al 50% per le imprese energivore e dal 15 al 30% per tutte le altre”.
Il terzo, capitolo, per le famiglie più in difficoltà è “l’introduzione di una ‘bolletta luce sociale’ per il dimezzamento del costo”. Il quarto e ultimo punto è “la grande questione del risparmio energetico, che per noi è importante“. Questi quattro interventi vanno portati avanti nella cornice di un accordo europeo: “È una buona notizia che il 9 di settembre si incontrino i ministri europei, ma deve uscirne una soluzione duratura e importante”.
Francesca Ruggiero