“Kristos, l’ultimo bambino” di Giulia Amati è stato presentato a Notti Veneziane, spazio off realizzato dalle Giornate degli Autori in collaborazione con Isola Edipo, durante la 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film documentario è una produzione Blink Blink Prod, Les Films de l’Oeil Sauvage, co-prodotto da Bad Crowd e ARTE France, E.R.T s.a, Aljazeera Documentary Channel, in collaborazione con Rai Cinema e Lyfta. Realizzato con il supporto di Europa Creativa, Media programma dell’Unione Europea, Centre national du cinéma et de l’image animée, Ministero greco della Cultura e dello Sport, Greek Film Center e con il sostegno del Ministero Italiano della Cultura DG Cinema.
Nell’isola di Arki vivono mille capre e trenta persone. Niente sindaco. Niente polizia. Nessun medico né ospedale. Una scuola però c’è. Una scuola con una sola maestra e un solo bambino, Kristos. Dei trenta abitanti di Arki, un’isola del Dodecanneso battuta dal vento, Kristos è l’ultimo bambino rimasto. Ha dieci anni ed è l’unico alunno della maestra Maria che gli si dedica con devozione. Presto Kristos inizierà il suo ultimo anno di scuola elementare. Per terminare la scuola dell’obbligo dovrebbe lasciare Arki e trasferirsi in un’isola più grande. La sua famiglia però non ha i mezzi per permetterselo e suo padre vuole che diventi un pastore, un mestiere che la famiglia si tramanda da generazioni. Maria non riesce ad accettare questa situazione ed è determinata a trovare una soluzione per farlo continuare a studiare. Kristos rimarrà sull’isola per diventare un pastore come i suoi fratelli maggiori oppure lascerà Arki per continuare gli studi lontano, dall’altra parte del mare?
Giulia Amati è un’autrice, regista e produttrice italo-francese. Si è laureata in Filosofia a Roma e ha studiato Digital Video Production alla New York University. I suoi film documentari sono spesso ambientati in comunità remote e si muovono sullo sfondo di temi come la ricerca di identità e di appartenenza. Ha girato in contesti difficili come nei Territori Occupati della Palestina, in Africa, in Giamaica e durante crisi umanitarie, filmando i rifugiati siriani fuggiti in Giordania e i campi profughi dell’isola greca di Lesbo. Nel 2010 ha diretto il suo primo lungometraggio “This is my Land… Hebron”, che mostra la vita quotidiana di 160.000 palestinesi, 600 coloni e 2000 soldati israeliani nella città di Hebron, in Cisgiordania. Il film ha vinto più di 20 premi internazionali, tra cui in Italia il Globo d’Oro, la menzione d’onore ai Nastri d’Argento ed è stato finalista ai premi dei David di Donatello. Nel 2016 ha diretto e co-prodotto con Rai Cinema il suo secondo lungometraggio “Shashamane” che racconta un capitolo della diaspora africana attraverso le voci di coloro che sono tornati in Africa, 400 anni dopo l’inizio della tratta degli schiavi, per cercare la loro identità africana.
Dal 2019 è produttrice diplomata Eurodoc e dal 2008 insegna cinema in laboratori e università in Italia e all’estero. Come volontaria ha condotto laboratori con bambini palestinesi, con bambini malati di cancro e con giovani adolescenti alle prese con traumi psicologici. È stata membro della giuria di diversi festival cinematografici tra cui l’Al Jazeera Film Festival e i Premi David di Donatello. “Kristos, l’ultimo bambino” è ll suo terzo lungometraggio e la prima co-produzione internazionale selezionato in anteprima a Venezia, dove è stata raggiunta per raccontarci qualcosa in più del film:
Come nasce il progetto di Kristos, l’ultimo bambino ?
“Quando ero piccola con mio padre abbiamo viaggiato molto in varie isole dell’Egeo tra cui Arki, dove sono stata più o meno per la prima volta alla stessa età del protagonista della storia. Arki divenne presto la mia isola del cuore.”
Quale scena nel film sei più affezionata rispetto alle altre ?
“La scena del carnevale dove Kristos festeggia insieme con alcuni abitanti che sono venuti nella sua scuola. E una scena a cui sono molto affezionata perchè si sente molto per me la solitudine e il significato di essere un bambino da solo senza altri bambini con cui giocare, circondato soltanto da adulti. E quindi con questo elemento un po’ distopico segue il significato di questa storia.”
Quale messaggio vuoi fare arrivare al tuo pubblico con questo nuovo film ?
“Io penso che la vita è fatta di decisioni, a volte più grandi di noi. Non è facile decidere in che direzione portare la nostra vita come il caso di Kristos. Solo che per Krsitos è la prima volta che gli capita. E quindi il film è anche una riflessione sul coraggio che ci vuole per guardare avanti come unico modo per poter crescere e aprirsi a delle nuove opportunità.”
Cosa significa per te essere a Venezia ?
“Venezia è una grandissima soddisfazione perchè ovviamente partendo da una piccolissima storia in un’isola greca, girata con un giovane protagonista, già e tanto. Un’avventura iniziata tre anni fa e adesso portiamo questo piccolo grande film sulla Laguna di Venezia. Dal Mar Egeo alla Laguna abbiamo fatto un grande percorso, quindi sono molto emozionata che la storia di Kristos possa essere visto in un luogo cosi prestigioso e importante nella storia del cinema.”
Cosa ti aspetti da questo film ?
“Mi auguro che il film viaggi molto, dopo la prima a Venezia e il momento che questo bambino inizi a camminare con le sue gambe. Quindi come ogni genitore in qualche modo si augura che sia forte abbastanza per poter fare un lungo percorso. Spero che questa storia così forte e importante arrivi lontano.”
Quali sono i tuoi prossimi progetti ?
“Sicuramente mi piacerebbe continuare a lavorare con dei protagonisti giovani. Questa volta mi piacerebbe avere una bambina, come protagonista. E ancora presto, ma è questa la direzione al momento in cui ci mi sto dirigendo.”
di Marcello Strano