In occasione della 79° Edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Elisa Caterina Egger, 17 anni, figlia di Cristina Vittoria Egger, dama della Casa Reale Savoia, ha deciso di indossare un’opera d’arte sartoriale dell’eco stilista Eleonora Riccio, nota per la sua moda etica attraverso progetti di recupero delle piante tintorie. La giovane, alla Biennale dell’Arte di Venezia 2022 firma il suo primo progetto come curatore legato all’arte digitale dell’artista di fama internazionale, Yusuke Akamatsu.
L’abito indossato dalla Egger è composto da un corpetto realizzato in fibra di ginestra, pianta che cresce spontaneamente in tutto il Mediterraneo, senza necessità di trattamenti con insetticidi e altre sostanze tossiche, come avviene per altre piante da fibra. Il corpetto è stato poi accostato ad un bellissimo satin di seta di un rosa perla, tinto presso la Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile di Rieti, dove la stilista ha attivato un progetto di recupero di una pianta tintoria, la Isatis Tinctoria, in collaborazione con la Riserva e l’agronomo e maestro tintore Alberto Lelli. Il tessuto è stato realizzato nell’ambito del progetto di ricerca dell’Università della Calabria e altri partner nell’ambito progetto di ricerca e sviluppo SMAFINEC (Smart Manufacturing per Fibre Naturali ed Ecosostenibili), il cui responsabile scientifico è stato il prof. Amerigo Beneduci, avviato nel 2018 e conclusosi nei primi mesi del 2021, allo scopo di rilanciare la filiera della ginestra.
Il “progetto ginestra” è stato avviato nel 1999 dalla Comunità Montana del Medio Tirreno, con sede a Paola (Cosenza), nella Riviera dei Cedri, nell’ambito del progetto “Investire nella Riviera dei Cedri”, coordinato dall’architetto Vincenzo Gallo, in seguito all’attivazione di un rapporto con il Centro Ricerche Fiat, interessato a sperimentare materiali più leggeri e riciclabili per il settore automotive. La Comunità Montana ha stipulato accordi di collaborazione con il Centro Ricerche Fiat nel 2000 e con l’Università della Calabria nel 2002, per portare avanti congiuntamente un progetto di sviluppo della filiera della ginestra, con lo scopo altresì di realizzare prototipi di materiali per i settori della moda e dell’arredo scolastico ed è stato finanziato dalla Regione Calabria.
I partner che hanno partecipato al progetto, oltre all’Università della Calabria, Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, sono stati la società Camillo Sirianni di Soveria Mannelli (Catanzaro), con il ruolo di capofila, tra le aziende leader in Italia nella produzione di arredi destinati al mondo della scuola, delle università e a spazi collettivita’, la società Sunfil di Castrovillari (Cosenza), che opera nel settore tessile; il Consorzio interuniversitario Tebaid, che opera nella ricerca in campo biomedico, ambientale, chimico e chimico-fisico, presieduto dal prof. Giuseppe Chidichimo.
La stessa Eleonora Riccio, in un suo profilo social, oltre a ringraziare coloro che hanno reso possibile questo progetto, scrive «Venezia non è una città, è una dimensione ed è il luogo dove il mio spirito si sente a casa e dove gli artisti, gli appassionati, gli innamorati, i creativi si sentono immersi nella totale magia…ed io di magia me ne intendo».
Ricordiamo infine che le collezioni di Eleonora Riccio sono realizzate con tessuti certificati GOTS (certificazione del tessile biologico) e i pigmenti sono estratti da fiori e piante, le stampe sono realizzate a mano con la tecnica dell’eco-printing e il tutto è cucito rigorosamente in Italia da maestranze artigiane. Quest’abito tutto Made in Italy è portavoce tramite l’incantevole Elisa Caterina Egger di una nuova moda sostenibile, che mira a valorizzare il territorio.
Eleonora Francescucci