Il cantautore e polistrumentista Sono Fàgan torna ad emozionare con il nuovo singolo ‘Il Complice‘, incluso nel suo prossimo album di inediti. “Il Complice” è un brano dal profumo vintage dell’Italia anni sessanta italiano, un surf deciso, sognante e carico di sentimento che si affaccia alla modernità della musica attuale, suonato con l’immancabile Gretsch Nashville e strumenti d’epoca. Alla freschezza spensierata della musica, si contrappone un testo introspettivo che racconta di pensieri e paure, delle riflessioni in solitudine, dell’incertezza sul futuro e di quell’amore perduto dal quale, emotivamente, non si riesce a staccarsi nonostante un torto subito, rimanendo così complici ma orgogliosamente distanti, perché a volte, citando il testo, “l’amore è stupido ma irrefrenabile”.
Cappello di feltro, baffi a manubrio e chitarra semi acustica, sono i tratti distintivi del cantautore sardo che riporta i suoni vintage nella musica italiana e ci trasporta negli anni dei movimenti di ribellione, dei diritti umani, delle copertine iconiche e delle canzoni che hanno lasciato il segno.
Qual è il filo conduttore dei tuoi brani e in quali momenti nascono?
Sono legati dalla speranza, l’incertezza, la rivincita e l’amore ovviamente. Nascono da situazioni che mi riguardano personalmente o che riguardano altre persone magari vicine, storie particolarmente toccanti per la mia sensibilità almeno, che non riesco a tenere per me e che per fortuna esorcizzo creando un contenitore, la canzone.
Hai riscoperto un genere che in Italia si ascolta poco, giusto?
Ho fuso le mie influenze in un genere che sa un po’ di anni 60, un po’ di indie e un po’ di pop. Probabilmente oggi in Italia si ascolta poco di tutti e tre. Personalmente ho voluto essere sincero con me stesso e non strizzare l’occhio a nessuna moda cercando di realizzare esattamente ciò che ho dentro, con il modo di suonare che mi piace.
Dove vuoi arrivare con la tua musica?
Cercando di essere il meno materialista possibile ti dico “alla fine del percorso terreno” possibilmente, cercando di far conoscere le mie storie, i miei sentimenti e sapere che non si è soli dopotutto e in tanti condividiamo le stesse esperienze di vita che messe in musica magari danno una mano a chi le ascolta, dando la possibilità di rispecchiarsi in quei testi e sorridere, ricordare, piangere con ciò che la musica da.
Cosa ci puoi anticipare del tuo prossimo album?
Ormai è imminente l’uscita di “Nastri” il primo disco del progetto Sono Fagán, prevista per questo autunno. Sarà un disco bilingue, ho scritto tanto anche in inglese e magari potrebbe essere interessante mescolare di nuovo e in maniera approfondita tutte le mie influenze musicali.