Mercoledì 21 settembre a Palazzo Platamone di Catania, nell’ambito della 14° edizione di “Corti in Cortile” il Festival internazionale del cortometraggio, è stato presentato e proiettato il mediometraggio “Tutto in un Battito”, prodotto da Giusy Buda, realizzato da CinemaSet con la produzione esecutiva di Marcella Pennisi, che si è occupata anche della sceneggiatura insieme a Chiara Alivernini, la regia diretta da Gabriel Cash, attori protagonisti Michael Segal e Marina Evangelista. In assenza della produttrice, Giusy Buda, impegnata in un set cinematografico internazionale, a presentare il mediometraggio la produttrice esecutiva del progetto Marcella Pennisi.
“Il mediometraggio Tutto in un battito – dice Marcella Pennisi – nasce da un romanzo, scritto dalla stessa Giusy Buda, che si ispira all’antica leggenda dei Mori. Un mediometraggio difficile da realizzare e che ha richiesto un grande impegno perché la storia raccontata nell’omonimo romanzo è divisa in due epoche, una antica quella dell’anno 1000, tempo in cui vissero i famosi Mori siciliani e un’epoca contemporanea, dove ritroviamo i due protagonisti. La scrittrice ha ripreso e trasformato la storia dei due Mori; infatti la leggenda che si tramanda per secoli finisce in maniera quasi macabra facendo diventare i due personaggi portatori di un messaggio negativo, narrando di un amore finito in maniera tragica. Giusy, che si è sempre definita una romantica ribelle, invece ci narra la storia d’amore tra i due personaggi, dandogli un nome Agata e Salvatore, cambiando totalmente il finale e il messaggio della storia, vale a dire che se un amore finisce deve sempre lasciare qualcosa di bello e non deve trasformarsi in vendetta o odio”.
“Singolare il personaggio del Moro – continua Marcella Pennisi – che simboleggia il narcisista patologico, appositamente rappresentato in questa maniera perché spesso nella nostra epoca ci imbattiamo, sia in uomini che in donne, che soffrono di questa patologia, il mediometraggio, quindi, vuole diffondere anche il messaggio che ogni individuo deve essere libero di amare principalmente se stesso e gli altri nel modo quanto più altruistico possibile”.
L’autrice nel suo libro, infatti, fa trasparire come oggigiorno spesso è l’individualismo a prevalere, benché sia giusto l’amore per sé stessi, l’egoismo è al primo posto, non c’è assolutamente rispetto per il prossimo. Ma nel libro vengono messi in luce anche sentimenti sinceri come l’amicizia, la collaborazione e la complicità tra donne, ma anche il perdono: Agata nonostante sia stata abbandonata dal suo amato Salvatore riesce a perdonarlo e, come si vede nel mediometraggio, questo viene simboleggiato dall’abbraccio tra i due che si ri-incontratisi in un’altra epoca, in un’altra vita…La figura di Agata, inoltre, è quella di una donna che vuole essere se stessa, anche remando controcorrente, in un’ epoca come l’anno 1000 dove la donna non aveva voce in capitolo. Agata segue le sue attitudini, le sue emozioni, e soprattutto il suo cuore .
“Il mediometraggio – conclude Marcella Pennisi – è stato proiettato presso la sala Comunale del Cinema Giorgione di Venezia durante la settimana in cui si è svolta la 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e il foulard di seta con rappresentati i due Mori, realizzato dalla stessa Giusy Buda che oltre ad essere una scrittrice è anche una stilista, è stato indossato da Marina Evangelista durante la sfilata sul Red Carpet di Venezia”.
Il mediometraggio è stato realizzato tra la Sicilia occidentale, Mazzata del Vallo, Valle di Erice e Roma dove, nel bellissimo panorama del Gianicolo, è stata girata la scena conclusiva.