Da Venezia a Roma! Domenica 2 ottobre alle ore 21:30 il film “Il paese delle persone integre” di Christian Carmosino Mereu, presentato alle Giornate degli Autori nell’ambito della recente Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, sarà in proiezione presso il Cinema Farnese di Roma, recentemente rinnovato. Insieme al regista interverranno Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia in presenza, e, con uno speciale video messaggio, l’on. Emanuela Del Re, Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per il Sahel ed ex viceministro degli Esteri.
Il film racconta la ricerca di libertà di quattro cittadini burkinabé: un musicista leader della rivoluzione iniziata nell’ottobre 2014 (l’icona della scena reggae Sams’K Le Jah, premiato da Amnesty International come Ambasciatore di coscienza), un candidato alle imminenti elezioni, un minatore impegnato nella lotta sindacale e una madre che deve occuparsi di una famiglia povera e numerosa, tutti accomunati dalla speranza che il proprio paese possa presto diventare davvero libero e giusto: il “paese delle persone integre”, come l’aveva chiamato il rivoluzionario Thomas Sankara, il cui ricordo è ancora vivissimo nella popolazione.
Christian Carmosino Mereu è un regista, produttore, docente e operatore culturale attivo in Europa e in Africa da più di venticinque anni. È stato direttore artistico di festival e rassegne dedicate al cinema documentario, come Cinema.Doc, Doc/it Professional Award e Il Mese del Documentario, e dal 2022 è direttore artistico del Rome International Documentary Festival. Dal 2006 è responsabile tecnico del Centro Produzione Audiovisivi dell’Università degli Studi Roma Tre, coordinatore del Master in Cinema Documentario e docente del Laboratorio di Cinema Documentario.
Il regista, ci spiega: “Nel 2015 ho realizzato un documentario televisivo per raccontare l’insurrezione del popolo burkinabè e la successiva transizione verso la democrazia. In quell’occasione ho utilizzato lo stile del reportage, ho scelto di raccontare semplicemente i fatti. Parallelamente ho iniziato a seguire quattro personaggi, che nei successivi cinque anni sono diventati le voci e gli occhi de Il paese delle persone integre. Entrando nella loro vita quotidiana, il loro racconto in prima persona ha sostituito il mio. Questo perché ho realizzato che uno sguardo estraneo, qual era il mio, non sarebbe stato sufficiente per restituire il cambiamento in atto. I protagonisti di questo nuovo film sono persone che non hanno solitamente voce in capitolo, finendo per rimanere numeri, dati sui quali in Occidente si basano i dibattiti politici che trattano il tema delle migrazioni in modo semplicistico. Mi sono posto prima come “strumento” della narrazione e poi come “ascoltatore” interessato: una forma di partecipazione alla lotta di liberazione con i miei strumenti di cineasta che cerca di sfuggire agli stereotipi e mostrare invece quello che i media mainstream metodicamente nascondono. Perché cambiare sguardo è un atto politico.”
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di Marcello Strano