A Udine lo scorso 9 ottobre 2022, il giornalista e scrittore Toni Capuozzo è stato ospite nello studio del Maestro Giorgio Celiberti, una location davvero unica – un vero “museo” e salotto letterario open-space su due livelli, per presentare la sua nuova opera letteraria :“Balcania” L’ultima guerra europea. Moderatore della serata Paolo Mosanghini, Direttore del Messaggero Veneto. Il noto giornalista friulano elogiando i lavori di Celiberti ha dichiarato: «…le sue opere mi dicono tante cose. Lui è capace di comunicarci delle cose che sono “per sempre” in un’epoca dove “nulla è per sempre”. Un giorno le opere di Celiberti comunicheranno altre cose, ma saranno per sempre! Il suo è un linguaggio che scavalaca i confini. E’ come la musica …e alla musica si chiede di darci delle emozioni, e così è l’arte.». Ha poi proseguito asserendo che :«L’arte sa essere profetica, perché parla di qualcosa che è dentro di te, ed a me piace questo di Celiberti. Guardi le sue opere e lui ti comunica tutto quello che vuoi vedere, col tuo linguaggio. Celiberti ha una grandissima qualità: “l’umiltà” ed ha la capacità di comunicare a tutti. Un uomo diventa vecchio quando pensa di non avere più nulla da imparare, mentre il Maestro è alla continua ricerca di conoscenza. Giorgio ci ha dato quindi la sua formula segreta: lui vuole ancora imparare!»
Il discorso è poi passato su “Balcania”. 1992-2022 ritorno all’inferno, un volume di 285 pagine edito da Edizioni Biblioteca dell’Immagine ( ISBN 978-88-6931-351-4). «Nessuno avrebbe immaginato un’altra guerra europea. Balcania è un libro per capire l’oggi: perché la Storia torna sempre sui propri passi e le ferite delle guerre non passano mai……»(Toni Capuozzo). Balcania è un libro che viaggia sul filo dei ricordi del noto giornalista e scrittore friulano, inviato di guerra del gruppo Mediaset,che ha seguito i conflitti in Somalia, Medio Oriente, Afghanistan, e per 10 anni anche quelli della ex Jugoslavia.
Nella prefazione l’autore scrive : «Avrei voluto titolarlo Hotel Balkan, questo libro. Era l’albergo di fronte a quello in cui stavo io, a Belgrado, nel marzo 1991. Attraversavo la strada e ci andavo ogni tanto anche solo per bere qualcosa, perché mi piaceva il nome. Continuavo a preferire l’hotel in cui alloggiavo, il vecchio Hotel Moskova, con la moquette lisa e la carta da parati sbrecciata. …[…]..avrei cambiato la grande insegna in cirillico, Mosca, con l’insegna dell’albergo dirimpetto. Perché Balkan viene dal turco, e vuol dire più o meno montagna. Una montagna che segna il confine tra oriente e occidente, e li rimescola come una pozione magica di odi e amori: un mondo. Un mondo difficile da capire, in cui il passato non passa mai. In quel marzo del 1991 stavo lì…….».
Nel libro, la narrazione della guerra con la morte quotidiana, le strategie di sopravvivenza, i giardini trasformati in cimiteri, l’ospedale psichiatrico come unico luogo inevitabilmente multietnico della Bosnia. Trent’anni dopo è inevitabile chiedersi a che cosa sia servito tanto dolore…
E come scrive Toni Capuozzo in Balcania: « Non leggete le mie storie, se cercate il lieto fine, un messaggio edificante, il bagliore di una speranza. Sono, al contrario, il racconto di come l’umanità, quando non venga uccisa, sopravvive al peggio».
di Daniela Paties Montagner
per ulteriori approfondimenti sui libri di Toni Capuozzo: www.bibliotecadellimmagine.it; e per informazioni sullo Studio Celiberti a Udine: info@giorgioceliberti.it;
immagine in evidenza: Toni Capuozzo e Giorgio Celiberti, due friulani d’eccellenza. Foto di Daniela Paties Montagner