Si svolgerà venerdì 2 dicembre, presso il circolo della stampa di Avellino, in Corso Vittorio Emanuele, la presentazione del nuovo libro del giornalista Carmine D’Urso, direttore responsabile di Informazione 365 e EssereWeb Radio, oltreché docente di ‘scrittura giornalistica’ presso l’istituto Armando Curcio, tra i relatori spiccano nomi di primo piano come quello di Gianni Colucci, giornalista del mattino e Ottavio Lucarelli, presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania.
«Riprendendo le parole di Gino Falleri, vice presidente dell’ordine dei giornalisti del Lazio e presidente dell’Epo&IC, il giornalismo, senza scomodare Thomas Jefferson o Joseph Pulitzer, è andare, vedere e raccontare i fatti, con l’aggiunta che il giornalista ha anche l’obbligo di essere indipendente, indisponente ed irriverente. Il suo padrone, come diceva Indro Montanelli, è solo il lettore. Dati questi presupposti, Sociologia del giornalismo nasce con l’intento di fornire in maniera concreta, attraverso l’esperienza dell’autore, “un supporto alle giovani leve che si avvicinano al mondo della comunicazione”, specie in un’epoca complessa come quella attuale».
Le tematiche più importanti trattate in quest’opera di Carmine D’Urso, sono introdotte dalla prefazione di Gino Falleri. Come ribadisce l’autore: «Sociologia del giornalismo, vuole essere un compendio di strutture comunicative che spaziano dalla teoria comunicativa mass mediale alle tecniche giornalistiche, ripercorrendo lo storico di entrambe le discipline e commisurandone obiettivi e concause».
PER I GIOVANI
Loro sono il futuro della comunicazione, già adesso, nel presente. Possiedono una apertura che consente loro non solo di essere più alfabetizzati delle precedenti generazioni, ma di pensare in maniera digitale e comunicare fuori dagli schemi analogici. Ma ahinoi, non è detto sia sempre un bene, questo.
PER I GIORNALISTI
Curiosità e determinazione sono imprescindibili, insieme ad un background culturale che deve, necessariamente, garantire il vocabolario più congruo al mestiere del comunicatore; deve inoltre saper spaziare in maniera disinvolta nel campo della prossemica e in quello della prosodia per dare forza e credibilità al proprio messaggio.
Francesca Ruggiero