L’imprenditrice culturale e attivista Claudia Conte, in collaborazione con Roma Capitale, in una data simbolica come quella di domani, venerdì 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, inaugura la mostra d’arte “Women for Justice”.
La mostra è stata già presentata a Milano, con il patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata d’Ucraina e di Rai per la Sostenibilità, che punta tutta l’attenzione sulle donne che giorno dopo giorno devono combattere per vedere tutelati i propri diritti anche quelli primari, legati all’esistenza stessa.
«Nel giorno simbolo della lotta alla violenza –ha dichiarato Claudia Conte- presentiamo un’iniziativa d’arte, che diventerà esposizione permanente, per contribuire alla valorizzazione di un’area urbana di grande importanza storica. In queste opere la bellezza e la forza delle donne diventano antidoto all’oppressione e alla sofferenza»
Si pensi all’Iran, ma anche all’Afghanistan, o all’Ucraina martoriata dalla guerra scatenata dall’invasione russa: sono numerosi e sparsi in tutto il pianeta i contesti in cui il solo fatto di essere donna può esporre a gravi rischi. E non sempre è necessario guardare troppo lontano: in Italia, come riporta il dossier del Ministero dell’Interno Il pregiudizio e la violenza contro le donne, già 95 donne sono state uccise dall’inizio dell’anno. E in oltre la metà dei casi il responsabile è lo stesso partner o l’ex.
Il percorso espositivo, curato dall’antropologa Francesca Grisot, prevede un omaggio al lutto delle donne ucraine con le opere della fotografa Tetyana Erhart, a cui seguono quelle di quattro artiste afghane (Fatimah Hossaini, Roya Heydari, Tahmina Alizada e la regista Sahraa Karimi) che raccontano, attraverso i loro scatti, una donna afghana piuttosto lontana dai tradizionali stereotipi. Tra le opere esposte, anche un imponente arazzo realizzato dal giovane artista Sebastiano Furlotti, dal titolo “Per chi suona la campana”.
«Credo nel potere dell’arte e della cultura, strumenti di inclusione, parità di genere e solidarietà – spiega l’imprenditrice culturale e attivista Claudia Conte- che ha ideato e organizzato la mostra in collaborazione con Roma Capitale all’interno dell’iniziativa “L’Isola che non c’era” per promuovere l’aggregazione giovanile –. Per questo motivo abbiamo deciso di portare Women for Justice in un luogo simbolo come Santa Maria della Pietà, l’ex ospedale psichiatrico più grande d’Europa. Oggi, in questo luogo che ospita un museo della mente, noi realizziamo una mostra per far riflettere. Le opere di Women for Justice, esposte nello splendido giardino, celebrano la riqualificazione sociale di questa imponente struttura e, per estensione, tutte le altre possibili rinascite umane. È come se queste 21 meravigliose opere urlassero al mondo, attraverso la forza dirompente della loro bellezza, che l’essere umano può fare tesoro dei propri errori e cambiare in meglio».
Per offrire a un grande numero di persone la possibilità di visionare le opere e contribuire alla valorizzazione di un’area urbana di grande importanza storica, Claudia Conte ha deciso di donare l’intera mostra a Roma Capitale, rendendo permanente la presenza delle opere a Santa Maria della Pietà.
Domani, venerdì 25 novembre, alle ore 18.00, in vista dell’apertura ufficiale di “Women for Justice”, si terrà una tavola rotonda presso Binario F from Facebook, l’hub di Meta per le competenze digitali. A moderare gli interventi sarà la stessa Claudia Conte.
Parteciperà anche Monica Lucarelli, assessora alle Politiche della Sicurezza, Pari Opportunità e Attività Produttive di Roma Capitale: «Oggi è una giornata importante – sottolinea l’assessora –. Il simbolo di un impegno costante e quotidiano. Perché il contrasto alla violenza di genere va veicolato in ogni modo. Con la comunicazione, con l’informazione, con la sensibilizzazione. E con Women for Justice, oggi, siamo qui a mettere in evidenza l’importanza di questa Giornata attraverso l’arte. Un’iniziativa che punta a diventare una mostra permanente e che porterà la valorizzazione di un’intera area urbana. Credo che l’arte sia la massima espressione di una cultura che va diffusa per contrastare la brutalità dell’intolleranza e della violenza. Roma Capitale in questa chiave punta ad essere un modello da seguire per far strada e aiutare tante donne affinché scelgano l’autodeterminazione e avviino percorso di uscita dalle situazioni di violenza».
«La condizione delle donne nei Paesi che sono, o sono stati, scenari di guerra, è da sempre nella storia della civiltà, profondamente drammatica – aggiunge invece Silvia Salis, vicepresidente CONI –. Spesso i conflitti si sviluppano in zone del pianeta nelle quali le donne già versano in situazioni impossibili sul fronte dei diritti e delle libertà personali. Lo sport in questi contesti, e in generale nei Paesi in via di sviluppo, ha un ruolo fondamentale per le donne nel riappropriarsi del loro corpo e del loro futuro».
Per Parisa Nazari, mediatrice culturale iraniana, «l’iniziativa Women for Justice arriva in un momento storico senza pari per l’Iran. L’uccisione di una giovane donna con il nome curdo Jina, che significa vita, ha dato una nuova vita allo slogan delle donne curde che hanno combattuto contro l’Isis: “Donna, Vita, Libertà”, attribuendo il giusto riconoscimento del ruolo determinante delle donne iraniane nei grandi cambiamenti della società civile iraniana negli ultimi decenni».
A far riflettere sono anche le parole di Shahrbanu Haidari, vicepresidente dell’Associazione solidarietà donne per le donne afgane: «Dall’inizio degli anni ‘90 – racconta – in Afghanistan sono le donne ad aver subito maggiormente l’impatto delle regole dei Talebani. Dalla caduta di Kabul del 15 agosto 2021, l’istruzione rappresenta una delle maggiori restrizioni, ma ora le donne non possono più neppure uscire di casa senza un uomo, anche soltanto per andare in ospedale. Più il patriarcato e la misoginia crescono in Afghanistan, più si estendono al resto del mondo. Se non combattiamo questa situazione, si rafforzerà proprio quel tipo di mondo su cui le donne hanno lavorato duramente per cercare di portare il cambiamento a livello globale».
Dopo il benvenuto di Claudia Trivilino, public policy manager Italy and Greece (Meta), sono previsti gli interventi (oltre a quelli delle già citate Monica Lucarelli, Silvia Salis, Parisa Nazari e Shahrbanu Haidari) di: Oksana Amdzhadin, ministro dell’Ambasciata d’Ucraina in Italia; Paola Radaelli, presidente Unione Nazionale Vittime (UNAVI); Angela Tibaldi, consigliere PTS GROUP e VP PTS; Andrea Catizone, legal advisor gender equality, diversity&inclusion e Anita Falcetta, presidente Women Of Change Italia.
La tavola rotonda di apertura della mostra andrà in onda in diretta su Radio Radicale.