Due anni di clausura, profilassi di igiene specificamente attente, uso delle mascherine hanno abbassato le nostre barriere di difesa ai virus. Ed è così che si affaccia in modo preponderante l’influenza.
Influnet ha evidenziato che dal 21 al 27 novembre c’è stata una media nazionale di 13 casi di sindromi influenzali su mille assistiti nella popolazione generale. Particolarmente colpiti sono i giovanissimi. 40 casi su mille (tre volte superiori alla media) si registrano negli under 5..
E ora combatteremo il debito di immunità. Due anni di pratiche come il frequente lavaggio delle mani e alle profilassi più attente, oltre che all’isolamento, hanno abbassato le nostre barriere immunologiche. Lo ha detto Scott Hensley (immunologo Università della Pennsylvania a Filadelfia) per cui i più vulnerabili sono proprio i bambini che vanno dai tre ai quattro anni che vedono abbassare gli anticorpi rispetto le generazioni che li hanno preceduti. Lo ha spiegato John Tregoning (immunologo Imperial College Londra) per cui la profilassi può averci reso più suscettibili all’influenza. Ed è così che nell’agosto di 2021 in Francia è stata coniata l’espressione “debito d’immunità”:
Ma è anche vero che su Nature, secondo Matthew Miller (immunologo del Mc Master University) la versione consolatoria consiste nel fatto che il prossimo anno andrà meglio. «Se molte delle persone suscettibili vengono infettate nei prossimi mesi – ha infatti scritto Miller – la stagione influenzale del prossimo anno potrebbe essere più docile”.
Scontiamo oggi il debito immunitario e il prossimo anno ne godremo i benefici, la tesi in forma ulteriormente semplificata.