“Produzione di energia senza emissione di carbonio”. “Sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata, pulita ed economica”. La capacità di tecnologia degli States il 13 dicembre ha annunciato, in conferenza stampa, di essere in grado di arrivare a una fusione nucleare a catena in grado di portare più energia di quella necessaria per innescarla. E subito avanza l’ipotesi che il proclama sia di natura più militare che in visione dell’evoluzione per arrivare a produrre energia in modo ecocompatibile. Non a caso i 5 miliardi di finanziamento necessari ad arrivare fin lì sono stati erogati dal Dipartimento alla Difesa.
Sotto il profilo scientifico, invece, questo è un modo per imitare il processo solare con meno rischi di quello prospettato dall’attuale energia solare che procede attraverso la fissione nucleare.
Le difficoltà per arrivare a dama sono diverse. E non solo di natura di elaborazione scientifica ma anche tecnologica. La difficoltà sta nel produrre eventi di accensione per fusione per minuto. La seconda difficoltà consiste nell’avere adeguato sistema di trasmissione per realizzarli.
Il Washington Post, il primo a dare la notizia, ha addirittura parlato di Sacro Graal per spiegare la potenza innovativa della scoperta avvenuta in California nel National Ignition Facility.
“Samo stati in grado di produrre più energia di quanta utilizzata” – quindi è possibile impiantare un sistema perché questa reazione che imita il Sole possa essere impiantata in modo estensivo, secondo Mark Herrmann, direttore del programma del Livermore.
Ed è normale quindi parlare di fusione nucleare come la risorsa e la vittoria per il futuro. Rispetto la fissione nucleare utilizzata ordinariamente negli impianti, oggi, la fusione dà maggiori garanzie perché genera minore radiazione anche le scorie si gestiscono più facilmente.
Come la Nottola di Minerva allora arriva lo sguardo d’Europa. È Ursula Van der Leyen a rappresentarlo quando parla della “necessità di continuare ad investire nella fusione nucleare” conservando però l’attenzione per i vari approcci. Anche in tecnologia la lezione del pluralismo sempre la parte forte del repertorio europeo.