Artista romano, trasferitosi a Ladispoli in provincia di Roma, dove prosegue la sua prolifica attività artistica, Andrea Puca, conta oggi numerosi concorsi e mostre in Italia e all’estero. All’inizio della sua carriera era concentrato prevalentemente sui paesaggi, che ancora oggi rappresentano una parte essenziale del suo lavoro, senza tralasciare soggetti naturalistici diversi come gli ambienti marini e gli scorci urbani.
Per Puca, ogni cosa, ogni singolo oggetto, può diventare ispirazione per creare qualcosa di nuovo. Per l’artista la pittura è un mezzo per reinterpretare un oggetto, per dargli una nuova vita. Per lui il colore è fondamentale, sia utilizzato con i pennelli, sia con la spatola, declinato in tutte le sfumature ed in tutta la sua corposità, l’indiscutibile protagonista di tutte le sue opere.
Conosciamo più da vicino il Maestro Puca.
Come nasce il suo amore per l’arte? Ho sempre amato l’arte, tanto che mi sono diplomato in un istituto d’arte Silvio D’Amico di Roma. È un amore che mi è sempre rimasto dentro, pur avendo avuto esperienze lavorative in ambito completamente diversi.
Cosa vuole esprimere attraverso i suoi quadri? Il mondo di colori che ho dentro di me, ogni colore riflette uno stato d’animo diverso, che nasce dalle mie esperienze di vita, un desiderio di condividerle con gli altri.
In un’intervista si è definito “impressionista ed espressionista” può chiarirci il concetto? Dall’impressionismo l’uso del colore in tutte le sue sfumature, la rappresentazione della natura; dall’espressionismo le pennellate corte e veloci, l’uso del figurativo.
A quale maestro del passato, lei si sente più vicino? Due sono i maestri che hanno svolto un ruolo fondamentale a livello di emozioni: Hieronymus Bosch e Pablo Picasso, due artisti visionari ed all’avanguardia, ognuno rispetto alla propria epoca di appartenenza.
Che tipo di tecniche usa per i suoi quadri? La mia è una tecnica mista, che si avvale fondamentalmente di pennello, spatola e rullo, insieme o alternati in base all’ispirazione del momento.
Oltre a dipingere sulla tela o sul legno, si è spinto a dipingere anche sulla stoffa, cosa l’ha portata a questa scelta? E’ stato l’ incontro con uno stilista, che aveva visto i miei quadri e gli erano piaciuti talmente tanto da volerli trasferire su tessuto e creare degli abiti-opere d’arte. Indossare l’arte per poterla promuovere al di fuori dei soliti canoni, questo era il nostro intento.
Una delle sue opere è stata riprodotta sulla copertina del libro dello scrittore Emiliano Reali, com’è nata questa collaborazione artistica? Io e lo scrittore ci conoscevamo già da tempo, avevamo parlato più volte di una nostra eventuale collaborazione, progetto che si è realizzato in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro. Reali voleva una copertina diversa dalle altre, che raffigurasse la protagonista, per questo ha pensato ad una mia opera ed ha fortemente voluto che fosse usata dall’editore.
In conclusione, che progetti ha per il futuro? In passato ho partecipato a diverse mostre in Europa (Montecarlo, Bruxelles, ecc..), due dei miei quadri sono esposti in modo permanente al museo di Bratislava; ad importanti esposizioni come la Triennale di Roma, la Biennale di Chianciano Terme, ecc… Ho esposto anche in Canada (Montreal), a New York. Nel mio futuro? Sicuramente far conoscere le mie opere nel mondo orientale.
Agostino Fraccascia