Il gas può attendere. La notizia che arriva da Nomisma consiste nella previsione dei costi per l’energia ed è basata dal fatto che la variazione stimata in base ai prezzi all’ingrosso è scesa in virtù della pressione di quelli del gas – In altri termini si specifica che la domanda da parte dei consumatori e imprese si è abbassata in virtù del problema climatico (temperature più miti rispetto alla media del periodo) –
Si stima nell’ordine di 16 centesimi di euro in meno a Kwh che conti fatti corrisponde a una diminuzione del 25%. Le tariffe dovrebbero quindi andare – sempre secondo i calcoli degli specialisti a 50 centesimi a kWh.
Ma è anche vero che per il gas si prevede un aumento delle bollette del venti per cento, quindi a 1,48 euro a metrocubo.
A dire l’ultima parola però resta la reale necessità di gas per il riscaldamento ordinario delle case. Dove finora si è beneficiato della temperatura più alta della media stagionale questo segnale di tendenza dovrebbe modificarsi nei prossimi giorni e allora si preparano gli aumenti. Sull’aggiornamento tariffario mensile sta lavorando l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Altra variabile della determinazione del prezzo è indicata dall’attuazione del price cap varato dall’Europa. In base all’effettivo impiego di questo meccanismo si prevedono diversi effetti in termini di determinazione dei costi per i consumatori.
Ma sul problema dei metodi di approvvigionamento energetico il gas resta il termine determinante grazie alla parola gassificatori. Olanda e Germani sono già partiti per farne. L’Italia è in ritardo come al solito. L’esempio di Piombino è illuminante.