AGI – Nel 2021, 4465 su 5418 procedimenti aperti in tutta Italia per abuso d’ufficio si sono conclusi in udienza preliminare o in udienze col rito abbreviato con un decreto di archiviazione “per ragioni diverse dalla prescrizione”. Il dato, preso dalle statistiche del Ministero della Giustizia, dimostra le ‘difficoltà’ che questa ipotesi di reato, al centro di una possibile riforma del Governo, incontra nelle aule dei tribunali.
I numeri più recenti a disposizione raccontano che, sempre stando alle prime battute dei procedimenti o nella fase in cui si può chiedere un giudizio più celere con sconto di pena, da questi 5418 procedimenti sono scaturite 9 sentenze di condanna, 35 di patteggiamento, 72 di assoluzione, 28 di non doversi procedere per prescrizione, 148 decreti di archiviazione per prescrizione, 370 che hanno disposto il giudizio e, appunto, 4465 che sanciscono la ‘fine’ fin da quasi subito.
Le possibili ragioni
Come si spiega quest’ultimo dato così alto? “Una ragione potrebbe essere che spesso questa ipotesi è un reato ‘pilota’ – commenta all’AGI Vinicio Nardo, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano -. Questo significa che viene contestato in procedimenti insieme ad altri come la corruzione, che hanno prescrizione più lunga, e per la sua inafferrabilità, così com’è formulato ora, i pm lo contestano sempre. Non ha però una resa processuale come dimostrano questi dati che non mentono. Possiamo dire che è un reato che intasa, richiede molto impegno e da’ poca resa”.
Tra le cause diverse dalla prescrizione che ammazzano i procedimenti nella culla per
abuso d’ufficio, ipotizza il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma Antonino Galletta, “potrebbero esserci l’assenza di querela, la morte dell’indagato, la sua irreperibilità”.
I numeri del reato quando si arriva al processo
Dai numeri del dibattimento, quindi quando già si entra nel vivo della questione, emerge che su un totale di 513 ci sono state 18 condanne, nessun patteggiamento, 256 assoluzioni, 152 non doversi procedere per prescrizione e 24 per altre cause diverse dalla prescrizione e 5 “altre sentenze” la cui natura non è precisata.
Piero Santarelli
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