AGI – “Ah, come vorrei che Giovanni e Paolo potessero vedere” gli applausi e le mani alzate della gente a Palermo dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, “un grande passo verso una democrazia compiuta“: lo ha detto Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso nella strage di Capaci, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Questo accade proprio grazie al loro impegno, che rivive in ogni incontro con i giovani, con un popolo di studenti e insegnanti al lavoro per un’educazione alla legalità“, ha sottolineato, “un senso di giustizia sintonizzato sull’esercizio della memoria di chi ha pagato tutto questo con la vita”.
Per Maria Falcone la cattura del boss “è una vittoria di tutta la società italiana. Occorreva un salto generazionale, come auspicava Giovanni. Impressionante come tutti battessero le mani davanti a quella clinica, per strada, fra gli autobus, i passanti pronti ad abbracciare i carabinieri con i loro giubbotti antiproiettile. Immagini ben diverse da quando i parenti dei boss si accanivano e inveivano a Palermo contro funzionari e agenti di scorta”.
Per la sorella di Falcone, Messina Denaro “potrebbe dirci grandi cose su un drammatico pezzo di storia italiana. Ma non so se lo farà. Come non l’hanno fatto Riina e Provenzano. E’ comunque una strada da percorrere e penso che magistrati e investigatori proveranno a farlo“.
In un’altra intervista a ‘Repubblica’, Maria Falcone ha osservato che “questo risultato è arrivato per merito di quasi tutte le istituzioni, dalle forze dell’ordine alla magistratura”. “Un po’ meno la politica”, ha aggiunto, “che si è mostrata meno interessata. Mi auguro che adesso la lotta alla mafia diventi centrale. Anche perchè la cattura di Messina Denaro può essere un trauma per la mafia”. Bisogna tenere la guardia alta”.
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