AGI – “Non siamo un’azienda che deve rendere conto dei costi e l’eventuale inutilità delle intercettazioni si vede a posteriori, non mentre le stai facendo”. Alfredo Robledo, ex procuratore aggiunto di Milano autore di numerose inchieste sulla corruzione e sulla pubblica amministrazione, tra cui quelle su Expo e sull’utilizzo dei rimborsi della Lega di Bossi, manda un messaggio al ministro Norberto Nordio sul tema più caldo del momento in ambito giustizia.
“Intanto mi pare che Nordio ponga più che il problema dell’utilità delle intercettazioni quello della loro diffusione sui media – dice all’AGI – ma sono due aspetti diversi. Il problema della diffusione sui giornali si risolve semplicemente con una maggior tutela del segreto istruttorio”.
Sul tema della loro inutilità, Robledo osserva che “si può dire che possono definirsi inutili solo dopo si è deciso di farle, in coerenza con l’ipotesi investigativa, non a priori” e che “la Procura non è un’azienda che deve rendere conto dei costi ma delle indagini a un giudice”. Secondo l’ex toga, i conti peraltro non sarebbero possibili “perché le intercettazioni vengono poi ‘compensate’ a livello economico “da immobili e denari sequestrati e risarcimenti a vantaggio delle persone offese”.
“Quanto al ventilato maggiore utilizzo delle intercettazioni preventive – prosegue Robledo – sono questioni che riguardano la polizia che può decidere di disporle, un tema a parte che poco c’entra con quello di cui si sta discutendo ora”.
“Il concetto importante è che togliere le intercettazioni per alcuni reati comporta una responsabilità politica rispetto all’opinione pubblica perché devi spiegare per quale ragione togli uno strumento d’investigazione per una certa categoria di reati. Non solo: togliere la possibilità di intercettare va a incidere sull’intero sistema che agisce simbioticamente perché l’intercettazione è uno spunto che poi attiva altri strumenti d’indagine, come i sequestri, le perquisizioni, i sopralluoghi e altri”. Robledo aggiunge che nella sua carriera si sono rivelate “uno strumento utilissimo che certamente va usato con senso di responsabilità assieme alle altre fonti investigative ma non va limitato”.