Dopo il successo dei suoi precedenti romanzi, l’autore Massimo di Taranto, torna con un nuovo romanzo distopico: “Ucrònia”. Il protagonista principale, commissario capo di Polizia, Marsilio Marsili, scompare nel nulla. Da qui un’indagine che lo vedrà protagonista ad opera del commissario Aurelio Colasanti. Attraverso il ritrovamento di un diario, una serie di verità scomode verranno a galla, fino alla scoperta di un mondo alternativo.
Uno degli argomenti sapientemente affrontati dall’autore è senz’altro la situazione in medio oriente. Il protagonista, preso dalla bramosia di ricevere una promozione, decide di imparare una nuova lingua straniera, per l’appunto l’arabo. Affinché tale capacità possa venire affinata, egli si trova in viaggio per lo Yemen. Attraverso la visione del protagonista, il lettore potrà vedere da vicino le difficili condizioni sanitarie in cui riversa il paese, e soprattutto le radici terroristiche che terrorizzano tutto il mondo. Con il viaggio in Yemen, saranno di facile comprensione gli usi e i costumi, in un viaggio dove si è immersi in maniera totale in un mondo di mezzo, che si staglia quasi ironicamente tra la realtà alternativa di Ucrònia e il mondo che conosciamo.
L’autore arricchisce il testo con una sorta di guida ironica su “come scaldare la sedia”. Tale espediente assume tutta l’aria di una satira bella e buona. L’autore attraverso le parole del protagonista racconta di come lo stare in ufficio in modo ozioso, appaia agli occhi dei più, quasi come un mestiere concreto. Da qui nasce l’idea di una guida pratica: non bisogna prendere altri impegni, e bisogna ripetere ancora e ancora, sistematicamente la pratica dello stare seduti, affinché la professione venga svolta nella maniera più giusta possibile. L’ironia tagliente che ne consegue da tale capitolo, ha il retrogusto amaro di una verità scomoda, la quale impreziosisce il testo di elementi fondamentali, capaci di vestire il testo di Massimo di Taranto di una luce nuova.
Il sistema della polizia di Ucrònia sembra disseminato di figure determinati, in una gerarchia particolare, meritevole di un adeguato approfondimento.
Primo fra tutti vi troviamo “l’utile idiota”: esso è assolutamente essenziale al sistema delle guardie repubblicane ucroniane. Esso può ritrovarsi nell’ufficiale di carriera dal grado elevato, ma può anche comparire nei ranghi più bassi. All’interno della società ucroniana, chiunque sembra poter scalare la piramide lavorativa, tuttavia, sembra sempre essenziale l’aiuto confortevole di un “buon amico”.
“L’ultracorpo” è un funzionario della mobile posseduto da una strana entità. Essendo il più bravo tra i funzionari per meriti propri, sono molte le dicerie sul suo conto, prima fra tutte che i suoi successi professionali siano dovuti all’appartenenza alla filantropica associazione religiosa dei Cavalieri di Creta. Ma altri, come il protagonista del romanzo, imputano la sua superiorità ad una possessione ultraterrena, forse da parte di un extraterrestre.
Queste e molte altre le figure particolari disseminate nel testo.
Il romanzo di Massimo di Taranto, sembra, quindi, tendere una mano verso coloro i quali, trovandosi in posizione di svantaggio, intendono attraverso l’ironia lasciar correre le frustrazioni professionali cui ogni giorno si è esposti.
Editore: Birches editions
Genere: giallo poliziesco distopico
Numero di pagine: 369
Anno di pubblicazione: 2022