L’Associazione Riachuelo di Via dei Latini 52 ha organizzato oggi alle ore 19.00 una simpatica iniziativa culturale con rinfresco ad offerta libera, incentrata sulla figura del Sor Capanna, che rivivrà nell’appassionato racconto del nipote Alberto Giustini.
Er Sor Capanna, era il soprannome di Pietro Capanna, famoso cantautore popolare romano, nato il 9 aprile 1865 e deceduto il 22 ottobre 1921 che Ispirandosi a fatti di cronaca lanciava sferzanti satire contro i personaggi della politica e i dettami della moda, attraverso una tecnica musicale di sua invenzione. Il Sor Capanna, infatti, non era un musicista colto ma un autodidatta, che fu costretto da una malattia agli occhi, che lo rese quasi cieco, ad abbandonare a soli trent’anni, il proprio lavoro di macellaio a Trastevere, per riciclarsi in stornellatore da osteria. La sua tecnica narrativa musicale era composta da un ritornello inziale: “Sentite che ve dice er Sor Capanna” seguito da canzoni lunghe due quartine, la prima delle quali, a rima alternata e la seconda a rime abbinate, per finire con un verso breve di cinque sillabe al quale seguiva un endecasillabo. Era comunque molto talentuoso tanto che nel 1907 persino Beniamino Gigli, che si trovò ad ascoltare i suoi stornelli presso l’osteria da ‘Alfredo alla Scrofa’ gli tributò un applauso. I suoi sonetti, all’epoca considerati piuttosto licenziosi furono pubblicati postumi. Ci piace ricordarne uno del 1911, intitolato “Zipeppe” che venne cantato anche da Petrolini: “Na notte m’insognai che stavo ar mare/a fà li bagni co’ ‘na signorina,/mentre notavo in mezzo a l’onne chiare/io me n’accorsi ch’era assai carina./Tutto a ‘n botto me svejai,/fuor der letto me trovai!/Poi s’ariseppe che stavo co’ li piedi ner zipeppe.”
Luca Monti