Tre per cento. È la quota alla quale sono stati portati i principali tassi sui ri-finanziamenti. Lo ha deciso la Bce. L’aumento di mezzo punto di percentuale si giustifica col fatto del che “è rallentata notevolmente e ci aspettiamo resti debole nel breve termine”, ha detto la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde. Infatti è vero che migliorano le Borse europee migliorano come quantità e qualità nel volume degli scambi. Piazza Affari sale dell’1,3%, Parigi dello 0,6%, Londra dello 0,85%, Madrid dell’1,9% e Francoforte dell’1,3%. Frena leggermente l’euro, che torna sotto quota 1,1 con il dollaro, a 1,098, in flessione dello 0,1%.
Quindi il tasso sui depositi è ora al 2,50%. Sui prestiti marginali al 3,25%. Ma il Consiglio direttivo ha in animo anche di aumentare i tassi di altri cinquanta punti base, essendo evidente la pressione dell’inflazione.
Sempre Lagarde ha accennato anche alla possibilità che nel mese di marzo possano rilevarsi necessari altri rialzi. Esclude invece il terzo rialzo consecutivo dei tassi d’interesse anticipato per il mese di marzo.
In più nell’area auro il volume degli scambi è rallentata. E ciò nonostante la crescita dello zero uno per cento nel quarto trimestre dell’anno scorso. La guerra e il clima di incertezza generale che conseguentemente si determina ne sono le dirette ragioni. Tutti fattori che – sempre secondo Lagarde – continuano a frenare la crescita.
Anche sulla crisi sulle fonti di approvvigionamento energetico. “Ora che diventa meno acuta la crisi energetica –ha detto la Lagarde – è importante cominciare e ridurre le misure” – intendendo gli strumenti finanziari di sostegno. Si sarebbero trasformati in acceleratori dell’inflazione C’è bisogno quindi di una manovra monetaria più forte.
L’inflazione attualmente di scena pone davanti al pericolo si determini un bilanciamento effettivo dai vantaggi recentemente acquisiti. Sono quindi oggetto di revisione i rischi per la crescita economica per cui sono stati portati al bilanciamento ciò che prima era al ribasso.