In questi giorni dedicati alla moda, se ne va un pioniere dell’innovazione, un genio dei materiali, uno stilista visionario, figura molto importante della moda del XX secolo.
Paco Rabanne, al secolo Francisco Rabaneda Cervo a Pasajes, nato nei Paesi Baschi, arrivò in Francia dopo lo scoppio della guerra civile spagnola. In Francia studiò architettura, che lo portò ad uno stretto contatto con materia e forme, che si possono riscontrare sin da quando lavorò come designer di gioielli per Dior, Balenciaga e Givenchy.
Nel 1964 fa parlare di sé, quando presenta “dodici vestiti sperimentali in materiali contemporanei” indossati da modelle senza scarpe. Due anni dopo, con la collezione “dodici vestiti importabili”, porta sulla passerella armature di metallo pesantissime che vennero acquistate dalla collezionista d’arte americana Peggy Guggenheim.
Nel 1966, fonda la casa di moda che porta il suo nome e nel 1973 l’eau de toilette maschile “Paco Rabanne” Pour Homme è diventata icona olfattiva di una generazione. Nel 1999, è uscito dalla moda e la creazione delle sue collezioni fu affidata nel 2000 a Rosemary Rodriguez, nel 2005 a Patrick Robinson e nel 2013 a Julien Dossena.
Durante la sua carriera, ha avuto modo di approcciarsi anche al mondo cinematografico. Celebre l’abito con grandi paillettes, indossato da Audrey Hepburn nel film “Due per strada” (1967) di Stanley Donen. Celebri gli abiti di Jane Fonda in “Barbarella” (1968) di Roger Vadim. Nello stesso periodo curò gli abiti nella produzione del film “Casinò Royale”. Di Paco Rabanne vogliamo ricordare che è stato il primo stilista ad introdurre la musica in una sfilata di moda.
Noto anche per la sua dedizione all’esoterismo, Paco Rabanne scrive molti libri di grande successo che trattano l’argomento e diventa un personaggio televisivo che predice profezie guardando fissamente la telecamera con sguardo intenso, indossando sempre un abito scuro.
Agostino Fraccascia