La “guerra” non è soltanto nel suo significato tradizionale di un conflitto tra Stati Sovrani o coalizioni per la risoluzione di una controversia, ma può essere vissuta tutti i giorni. Anche se apparentemente si è in “pace”. Anche sul posto di lavoro, che dovrebbe garantire serenità. In taluni casi quello stesso lavoro può divenire causa di morte o di malattie.
A questo proposito, venerdi 17 febbraio nella Sala “Laudato si” del Campidoglio a Roma, l’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) e il suo Presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, hanno organizzato il convegno “Guerra e pace: vittime del dovere”.
L’incontro è focalizzato sui problemi affrontati dagli appartenenti alle forze armate e dell’ordine, incluso i vigili del fuoco, che hanno contratto la malattia o sono morti a causa di servizio militare, nonché le rispettive famiglie. Si discuterà anche delle nuove terapie per curare malattie come quelle provocate dai metalli pesanti e l’uranio impoverito, a cui vengono esposti i militari in missione all’estero o nelle zone italiane. Inoltre si parlerà della cura del mesotelioma e del cancro al polmone causati dall’amianto.
Nonostante numerosi studi abbiano dimostrato che l’uranio impoverito, i metalli pesanti e l’amianto sono correlati a patologie simili tra militari e popolazioni residenti nei teatri di guerra, il Ministero della Difesa continua a negare tali riconoscimenti. Con la guerra che è tornata in Europa, non possiamo più ignorare i rischi dei conflitti nelle zone di combattimento e anche nei luoghi italiani dove vengono svolte le esercitazioni. I militari devono essere informati sulle possibili minacce che possono incontrare durante le missioni e adeguatamente protetti. Se è necessario compensare coloro che sono già stati colpiti, diventa ancora più importante prendere misure per evitare gli stessi errori del passato.
Un importante summit, che offre l’opportunità di riflettere su dati che dimostrano una reale emergenza. L’uranio impoverito ha provocato la morte di quattrocento persone tra coloro che erano tornati dall’ex Jugoslavia e ha causato malattie a settemilacinquecento persone. Secondo i dati epidemiologici, l’amianto ha causato circa 3000-4000 decessi nella Marina Militare, oltre a 1000 morti ciascuno per l’Esercito e per l’Aeronautica Militare.
Il VII rapporto Mesoteliomi dell’Inail è basato su dati fino al 2018 o, in alcuni casi, al 2017. Secondo il rapporto, i casi di mesotelioma nella Forza Militare sono sottostimati a 982 con una incidenza del 4,4%.
La missione dell’Ona è sempre quella di alzare la consapevolezza su questioni specifiche e coinvolgere le istituzioni a tutti i livelli affinché si impegnino per risolverle.
Insieme all’avvocato Bonanni, che da anni offre sostegno alle vittime del dovere e ai loro familiari, parteciperà al incontro anche il colonnello dell’Esercito Carlo Calcagni. Il colonnello combatte ogni giorno contro i ventiquattro metalli pesanti presenti nel suo organismo dopo essersi recato nella Bosnia Erzegovina per i conflitti. Il dottor Pasquale Montilla, oltre a prendersi cura di Calcagni, è anche responsabile della assistenza sanitaria per molti altri militari contagiati. L’architetto e generale dell’Arma dei Carabinieri Giampiero Cardillo e il giudice di Cassazione Nicola De Marinis si incontreranno per discutere le ultime sentenze che riconoscono i diritti delle vittime al risarcimento danni. Il dibattito sarà supportato dagli interventi del Professore di Diritto del Lavoro Fabrizio Proietti e dal Presidente del Comitato Nazionale Fair Play Ruggero Alcanterini. Modera Massimo Lucidi, Direttore editoriale The Map Report.
Eleonora Francescucci