Marco Rinaudo presenta il suo romanzo d’esordio al Teatro delle Muse
Ci sono uomini che non perdono mai la vivacità della loro mente, nonostante il lento ed inesorabile trascorrere degli anni.
Questo li rende giovani per sempre, pronti a continue sfide che raccolgono con passione, entusiasmo e la bellezza dell’esperienza che impreziosisce il loro bagaglio. Marco Rinaudo è una di quelle persone speciali che ha lottato senza mai risparmiarsi e senza mai accettare compromessi e favoritismi.
Nato a Trapani, e primo di cinque figli, si appassiona alla scrittura dopo numerose esperienze nel ramo commerciale e marketing per grandi realtà editoriali. Inizia a comporre poesie, con le quali partecipa a svariati concorsi letterari e poi, come giornalista, firma centinaia di articoli per le testate “Info”, “Roma Sud” e collabora anche con “Metro” e “Avvenire”.
Il suo romanzo d’esordio, ‘Il Capo Tonnara. Storie di mafia e di tonni’, edito da Il Cuscino di Stelle, è un avvincente racconto ambientato nella splendida Favignana, isola siciliana appartenente all’arcipelago delle Egadi.
Volti e storie di fantasia legate al passato, concentrate in un tipico borgo di pescatori le cui vicende si intrecciano con quelle di alcune cosche mafiose.
Il bene e il male in un susseguirsi di stati d’animo contrastanti tra speranze, rabbia, angosce e un sano desiderio di rivendicare il valore della giustizia e dell’onestà.
Il libro sarà presentato il 20 febbraio alle ore 18:00 nello storico Teatro delle Muse, diretto da Rino Santoro, spazio culturale che ha ospitato Compagnie primarie come, ad esempio, quelle di Aldo Giuffrè, Gigi Reder, Luigi De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Lando Buzzanca, Giacomo Rizzo, Ugo D’Alessio, Pietro De Vico, Enzo Turco, Luisa Conte e moltissimi altri altisonanti del panorama del repertorio classico napoletano e teatrale nazionale più in generale.
I cartelloni, sempre esclusivi in fatto di testi, hanno il preciso marchio di fabbrica che è la sintesi perfetta tra la comicità di scuola tradizionale e la rilettura in chiave ironica del nostro tessuto sociale.
Fonte: www.expartibus.it
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