Nella serata di mercoledì 8 marzo a partire dalle ore 21 al Piccadilly di Faenza, organizzato dal MEI di Giordano Sangiorgi e dalla Casa della Musica di Roberta Barberini, insieme al Comune di Faenza, si svolgerà un concerto live della cantautrice imolese Milena Mingotti, che presenterà un brano contro la violenza sulle donne, colonna sonora di un prossimo film in uscita. La stessa sera il duo delle Emisurela presenterà la cover del brano di Lu Colombo – autrice di Maracaibo – “Notte di mezzaluna”, uno straordinario e inedito valzer romagnolo. Gloriadaicapellibiondi aprirà il live. Durante la serata il Cral Cisa offrirà una donazione in denaro per le attività di Sos Donna e Fiori d’Acciaio di Faenza per il loro impegno a fianco delle donne e le due associazioni saranno presenti con un banchetto informativo mentre gli interventi saranno aperti dall’Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Faenza Milena Barzaglia.
Le Emisuréla sono Anna e Angela De Leo, due sorelle faentine con una grande passione per la musica. Attive come duo dal 2021, dopo avere vinto il Contest Il Liscio nella Rete a Forlì a cura del MEI sul folklore indie. Anna, violinista laureata in conservatorio, collabora da anni con numerose orchestre italiane e europee e volge una particolare attenzione al repertorio violinistico popolare. Angela, dopo anni di studi pianistici, si sta perfezionando come fisarmonicista studiando e interpretando brani moderni e classici. Dai valzer di Secondo Casadei alle Mazurke francesi, dalle Cumbie colombiane alle Danze ungheresi di Brahms, le Emìsuréla uniscono l’intrattenimento musicale alla ricerca e all’interpretazione filologica. L’amore che le lega alla Romagna e alla sua musica tradizionale le ha portate alla vittoria del premio “il Liscio nella rete” con la loro interpretazione del valzer “Tramonto” di Secondo Casadei. Si sono esibite in occasione di numerose rassegne locali come: Cara Forlì – la grande festa del liscio, Santa Sofia Buskers Festival, la notte del Liscio di Gatteo a Mare, Brisighella Romantica, Festa Artusiana e Birichina, il Festival della Generazione Z del Liscio .
Lu Colombo, milanese classe 1952, è una cantautrice italiana conosciuta principalmente per il brano “Maracaibo”. Nel 1982 firma un contratto con l’etichetta EMI Italiana e pubblica il singolo Dance “All Nite”, con il quale nel 1983 partecipa al Festivalbar e vince il Disco Estate. Nel 1984 partecipa di nuovo al Festivalbar con “Aurora”, mentre nell’edizione del 1985 presenta “Rimini Ouagadougou” , dopo aver vinto il Festival di Saint Vincent. Negli anni successivi esce lentamente dalla scena dance, rimanendo fuori dalla musica per tutti gli anni novanta nei quali vive all’estero e si dedica alla pittura murale. Dal 2003 riprende l’attività musicale con la pubblicazione del “Maracaibo 20th anniversary” e dell’album “L’uovo di Colombo”, che presenta al Festival di Mantova. Partecipa a numerosi eventi e concerti e nel 2011 pubblica l’album “Molto più di un buon motivo” con brani dell’autore spagnolo Joaquin Sabina tradotti in italiano da Sergio S. Sacchi, con il quale partecipa al premio Tenco nel 2013. Nel 2017 pubblica l’EP “Basta” con 4 brani contro la violenza sulle donne, due dei quali con la Four On Six band. Nel 2020 pubblica solo online nove brani con il titolo “Danza” e nel 2022 “Mito” in cui propone varie versioni di suoi pezzi già noti. Partecipa a varie iniziative musicali e discografiche tra cui 2 pubblicazioni per Squilibri Editore, un omaggio a Gabriella Ferri e numerose iniziative anche nel campo del sociale. La sue canzoni fanno parte di varie colonne sonore di programmi televisivi e film tra i quali “Vacanze di natale”, “Terraferma”, “Il dolce e l’amaro”.
“Il progetto di Basta ha origine dalla canzone Notte di mezzaluna che ho scritto” – afferma Lu Colombo – “quando nel 2006 era scomparsa una ragazza pakistana, Hina Saleem, uccisa dal padre con la complicità della famiglia e sepolta in giardino (ho immaginato sotto una pianta di pomodoro) perché usciva con un ragazzo italiano, storia che si è tristemente ripetuta nel 2022 con la morte della povera Saman Abbas. La vicenda mi aveva molto colpita non solo per il fatto in sè, ma per i richiami ad un mondo arcaico e per la complessità dei sentimenti coinvolti. Nella canzone “Notte di mezzaluna” ho immaginato tre coppie di personaggi narranti: i due innamorati, i due fratelli, i genitori. Alla fine la ragazza resta sola e canta: “Sotto questa dura terra ho lasciato le mie pene , il miracolo è avvenuto e rinasco come seme. La memoria non si perda ma risplenda come l’oro, che qualcuno venga e annaffi la pianta di pomodoro”. Ho sempre immaginato la canzone in forma di valzer da balera perchè mi piace veicolare contenuti attraverso la musica popolare e il ballo e cosi avrei voluto produrla, ma affidai gli arrangiamenti dell’intero progetto, che comprende altri tre brani, a Diego Maggi che si innamorò del pezzo e impose un arrangiamento sofisticato con richiami orientaleggianti”.
“Partendo da questo brano iniziai a lavorare sul tema della violenza sulle donne con Eugenia Moreno un’autrice venezuelana che pochi giorni dopo il nostro incontro mi inviò il testo di “Basta” canzone che dà il titolo al progetto e che venne registrata con il beat box e le percussioni fatte sul corpo da Keith Middleton degli Stomp. Durante l’estate avevo scoperto una donna pugile italiana, la giovanissima Irma Testa, che combatteva per gli azzurri alle Olimpiadi. Mi sembrò bellissimo che ci fosse una donna in grado di difendersi in modo sportivo e regolamentato e decisi di dedicarle la canzone “Irma” che si inserisce perfettamente nei ritratti di donna che caratterizzano il mio repertorio: Zaza’, Aurora, Gina. A questo punto decisi di produrre un EP e l’arrangiatore, mi consigliò di inserire una cover nel progetto. Da tempo avevo pensato a una traduzione di “I will survive” canzone che tratta il tema del maltrattamento e che si armonizza perfettamente con il mio repertorio dance anni 80 e cosi chiudemmo il progetto. L’idea base del lavoro è quella di far passare un messaggio positivo, far capire alle donne che sono forti e che ce la possono fare e allo stesso tempo ricordare quella serie infinita di donne uccise di cui sentiamo parlare quasi ogni giorno in televisione, cosi tante da non avere più nemmeno un volto e un nome, affinchè la loro morte serva da ispirazione per educare le generazioni future al rispetto della vita degli altri, donne, uomini, animali, ambiente, insomma al rispetto di tutto ciò che vive e respira intorno a noi”, conclude Lu.