Il monologo brillante “La Donna Invisibile – il debutto” scritto e interpretato da Eva Gaudenzi per la regia di Emanuela Bolco, prodotto da “Pane e Parole Associazione Culturale”. Disegno e Luci di Stefano Germani, musiche originali di Federica Clementi e supervisione ai costumi di Mara Gentile. Il testo è stato vincitore del Premio Letterario V Municipio con mise en éspace presso Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma nonché Menzione d’Onore al Concorso Teatro in Cerca d’Autore 2021.
Nel monologo si narra di una giornata particolare nella vita ordinaria di un’attrice comune, come ce ne sono tante. Dopo aver superato i 40 anni, Adelaide Scomparin è giunta alla conclusione che è arrivata l’ora di apportare un cambiamento significativo nella sua carriera teatrale discretamente mediocre. Così, decide di scrivere ed eseguire un monologo che fosse solo suo: «la gente se lo aspetta, è arrivato il momento di distinguersi… o almeno provarci», si ripeteva. Ma da dove iniziare? Cosa raccontare? A quale personaggio dare un corpo e una voce? Scriverà uno spettacolo sulla “Donna Invisibile” dei Fantastici 4, la sua eroina preferita: un personaggio forte e misterioso che si discosta nettamente dalle figure femminili idealizzate ed eteree con cui era stata educata fin da piccola. La nostra attrice prova, scrive e improvvisa intorno al complicato tema dell’invisibilità. Frustrazione, sconfitta e noia fino a quando accade qualcosa di insolito. Quando prova a togliersi il costume di scena (la tutina stretta e nera della Donna Invisibile), qualcosa di strano accade. Inaspettatamente, la tutina sembra rimanerle attaccata al corpo come un’estensione della sua pelle. Nonostante lei lotti con tutte le sue forze, non può liberarsene. Questo evento misterioso e sovrannaturale trasformerà Adelaide in un’eroina per un giorno. La vedremo vagare per la città con una maschera dell’invisibilità, confusa ed esterrefatta. Ma dopo lo shock iniziale, deciderà di ribaltare la situazione: non più sopportare l’invisibilità ma usarla come opportunità per ricominciare da capo, osservando il mondo e le persone da un punto di vista nuovo e finalmente rendersi conto della realtà.
Lo spettacolo è un susseguirsi di apertura e chiusura, che conduce lo spettatore in un percorso verso il completamento del quadro. Una volta portato a termine il suo quadro, la nostra eroina Adelaide Scomparin sarà finalmente riconosciuta come La Donna Invisibile. Durante un’incredibile giornata tutti vedranno chiaramente la sua umanità, le sue debolezze e l’unicità delle sue mille sfaccettature. Una performance che si basa sul ritmo, con azioni e parole alternate tra i vari personaggi. L’attrice è l’unico elemento presente sulla scena, accompagnata da una sedia, un baule, dei fumetti e una campanella.
Abbattendo la quarta parete, l’attrice trasporta lo spettatore in un viaggio tra mondi diversi; dal reale al surreale, dall’ordinario all’eccezionale. Utilizzando la sua umanità e il suo senso dell’umorismo come guida. Entra ed esce da ogni situazione, a volte vestendosi come una suora, altre come una supereroina. La combinazione di due universi così dissimili – religioso da un lato e fumettistico dall’altro – ci ha permesso di esplorare atmosfere divertenti che oscillano tra santità e superpoteri. Lo scopo è anche quello di descrivere la vita di un’attrice, impegnata in un lavoro instabile e in cui non c’è nulla di sicuro, sempre a cavallo tra successi e fallimenti.
Agostino Fraccascia