“Siamo stanche e stanchi della retorica con cui in ogni celebrazione ufficiale viene costantemente ribadito il non riuscire a fare passi in avanti nel contrasto alla violenza di genere; è bene che si sappia che questi ostacoli sono il frutto di tattiche politico-parlamentari che oltre all’offesa arrecano danno alle donne, soprattutto verso quelle che ogni giorno sono alle prese con i loro persecutori.
Mettiamoci bene in testa che nel nostro Paese ogni tre giorni viene uccisa una donna; dall’inizio dell’anno 17 donne sono state uccise in ambito familiare-affettivo; nel 2022 ne sono state uccise 125. E poi c’è tutto il sommerso che non finisce sulle pagine dei giornali. Ci sono le donne che affrontano soprusi nella vita quotidiana e familiare, subiscono violenze, maltrattamenti e minacce; madri vittime di violenza a cui vengono sottratti i figli per troppo amore; donne che sentono di non poter chiedere aiuto. Di tutte loro ci si ricorda nei giorni di celebrazione o quando finiscono sulle pagine di cronaca nera o quando c’è qualcuna da piangere.
Da ultimo, un caso angosciante, che dovrebbe farci tutti riflettere. Pochi giorni fa è morta nella sua casa a Frosinone, dopo una lunga malattia, la giovane mamma che aveva chiesto invano in tribunale di poter riabbracciare un’ultima volta suo figlio, collocato presso il padre già rinviato a giudizio per maltrattamenti. Accanto alla donna era presente la figlia maggiore; con lei ha atteso che arrivasse a darle un ultimo saluto il figlio dodicenne che non vedeva da oltre un anno. Nell’ultima udienza di dicembre 2021, nonostante la richiesta di affido esclusivo alla mamma, la donna sapendo di non potercela fare per l’aggravarsi delle condizioni di salute aveva consentito che temporaneamente il figlio rimanesse con il padre.
Poi, ad aprile 2022, a seguito di una consulenza tecnica d’ufficio, fu stabilito senza prendere in considerazione il rinvio a giudizio dell’uomo, che il bambino potesse stare dal padre e che dovesse essere portato dalla mamma una volta al mese. Ciò non è mai avvenuto; la donna ha visto andar via suo figlio a gennaio 2022 e non l’ha mai più riabbracciato, neanche prima di morire! Riuscite o no a immaginare l’abisso di dolore che questa madre si è portata nel cuore fino al suo ultimo giorno? Fa male ammetterlo, ma purtroppo la giustizia si è resa responsabile di questo strazio!
Vorrei che, nelle Aule del Parlamento, noi ci ricordassimo e lavorassimo ogni giorno per tutte queste donne, impegnandoci ad andare oltre le divisioni politiche e scrivendo e approvando leggi utili e di buonsenso, che la società richiede. Le donne non hanno bisogno di auguri, di solidarietà, o – peggio – di commiserazione; hanno bisogno di leggi, di pari diritti e di adeguate tutele. Con il disegno di legge in esame quest’oggi sappiate che un’altra occasione è stata sprecata. Ancora una volta, l’interesse politico è stato anteposto a quello dei cittadini e delle cittadine e, a pagarne le conseguenze, sono – come sempre – le vittime, le persone più vulnerabili, i bambini stessi, e questo non è più tollerabile” .
Un estratto del discorso che si è tenuto oggi alla Camera dei Deputati dalla parlamentare Stefania Ascari (m5s).
In ricordo della mamma di Frosinone, del suo bambino che porterà un dolore profondo per il resto della sua esistenza, con un augurio che il Parlamento possa mettere fine con la massima urgenza a questa strage di mamme e bambini per mano di chi avrebbe il dovere di amministrare la giustizia e proteggere le vittime.
di Giada Giunti