AGI – Il Gruppo Credit Suisse ha chiesto un prestito da 50,6 miliardi di euro alla banca centrale elvetica “per rafforzare preventivamente la propria liquidità”. L’istituto ha comunicato di voler “esercitare l’opzione di prendere in prestito dalla Banca nazionale svizzera (Bns) fino a 50 miliardi di franchi svizzeri nell’ambito di una Covered Loan Facility e di una liquidity facility a breve termine, interamente garantite da attività di elevata qualità”.
Credit Suisse ha annunciato inoltre l’offerta di Credit Suisse International di riacquistare alcuni titoli di debito senior di OpCo per contanti fino a circa 3 miliardi di franchi svizzeri.
Il Ceo Ulrich Koerner ha definito il prestito “un’azione decisa per rafforzare il Credit Suisse mentre proseguiamo la nostra trasformazione strategica per offrire valore ai nostri clienti e agli altri stakeholder”. “Ringraziamo la Bns e la Finma – spiega in una nota – per l’attuazione della nostra trasformazione strategica. Io e il mio team siamo decisi ad andare avanti rapidamente per realizzare una banca più semplice e focalizzata sulle esigenze dei clienti”.
Caos anche alla First Republic Bank che, secondo quanto riferito dall’agenzia Bloomberg, starebbe valutando tutte le opzioni in campo, non esclusa la vendita.
Il rating dell’istituto di credito con sede a San Francisco è stato tagliato a zero (al livello “junk”, ovvero spazzatura) da S&P Global Ratings e Fitch Ratings. Per questo i vertici starebbero esplorando tutte le opzioni strategiche possibili.
La banca, che sta valutando anche opzioni per rafforzare la liquidità, potrebbe anche attirare l’interesse di rivali più grandi, hanno riferito alcune delle persone contattate da Bloomberg che hanno richiesto l’anonimato.
Il terremoto svizzero e quello californiano hanno scosso le principali Borse asiatiche, affossate dai timori di una crisi bancaria globale in piena regola alimentati dalle turbolenze che arrivano a pochi giorni dal crollo della Silicon Valley Bank statunitense.
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