Giulia Ricciardi, attrice di teatro, cinema, cabaret, tv, ma anche autrice, insomma un’artista a trecentosessanta gradi. Con questo monologo, dopo anni dedicati al cinema e alla commedia, finalmente torna al teatro con un dramma emozionante, chiuso nel cassetto per oltre quindici anni, convogliando questa grande prova d’attrice tutte le esperienze più importanti fatte con i migliori registi italiani come Giancarlo Sepe e Gigi Proietti, che hanno punteggiato una carriera fatta di tanto “bel teatro serio”. Dopo l’esperienza nel cabaret e la dedizione alla scrittura di commedie “al femminile”, tra una risata e un paradosso le ha riacceso la fiamma del racconto “serio” e l’idea di “Nannarè” ha ripreso forma.
Il titolo richiama senza dubbio, Anna Magnani, ma il racconto va in altro senso. Nannarè è una prostituta romana, già “matura”, che si racconta senza censure. In ambito lavorativo viene chiamata vista la sua romanità e la sua schiettezza: Nannarè. Lei è una donna comune, potremmo incontrarla durante un interrogatorio davanti alla Polizia. Oppure no. A chi parla? Con chi è disposta ad aprirsi e mostrare le proprie debolezze? Racconta di un’esistenza difficile, faticosa e a rischio, lasciando intuire le molteplici violenze subite fin dall’infanzia quando è stata costretta a prostituirsi. Cerca perdono o redenzione? ..E a cosa sarà esposta? La sua umanità è stimolante, emozionante, trasgressiva e talvolta irritante, ma niente è come sembra e Nannarè affronterà la sfida… forse potrebbe essere l’ultima volta.
Il regista Patrizio Cigliano, commenta «Dopo tanta commedia, tornare a dirigere Giulia in una dimensione che ha accantonato per troppo tempo, quella drammatica, è un tuffo nelle emozioni, nella vibrante arte del Teatro “necessario” che, partendo dalla realtà di una società pericolosa, attraverso il palcoscenico diventa simbolo, metafora, significato e condivisione di urgenze narrative, anche per concedersi, ogni tanto, di pensare a quelle crepe della frenetica società moderna, in cui vale la pena di fermarsi e “sentire” il dolore delle ferite del mondo. Con viva attenzione al mondo delle donne, in un tempo scandito dall’orrore di continui e inaccettabili femminicidi. E chi conosce Giulia solo per la sua graffiante vena comica, che l’ha caratterizzata in questi ultimi quindici anni, scoprirà un’attrice straordinaria, intensa e commovente: un’attrice. Punto».
Eleonora Francescucci