Suona ufficialmente la campanella per tutti gli studenti residenti nella capitale, che tornano così, dopo la lunga pausa estiva ad occupare le aule degli istituti dell’intera città. L’inizio del nuovo anno porta con sé stati d’umore altalenanti; forte commozione per i più piccoli,che iniziano ufficialmente il cammino scolastico, emozione ma anche ansia e forte stress per i più grandi che intraprendono ufficialmente il viaggio in quello che potrebbe essere il loro ultimo anno di scuola.
La ripresa delle attività scolastiche, inizia con regolarità ed in maniera piuttosto tranquilla in molti istituti della capitale ma lascia spazio alle proteste in altre scuole romane. Gli studenti in apparente vacanza estiva, non hanno smesso di seguire le vicende del nostro paese ed oggi, alla ripresa delle attività, tornano per far sentire, già dal primo giorno di scuola, la loro voce.
Teatro della prima protesta il Liceo scientifico Isaac Newton, luogo in cui alle 07:45 si sono radunati numerosi studenti per celebrare, armati di tomba, lapide e lumini il funerale della scuola pubblica. I numerosi ragazzi presenti hanno sostenuto a gran voce che dopo i tagli imposti dalla Gelmini, le ulteriori riduzioni del personale ATA e degli investimenti economici, nulla rimane a tutela dell’istituzione scolastica. Soltanto loro possono alzare la voce e sperare che qualcuno tuteli gli interessi della scuola pubblica, che altrimenti finirà per essere sostituita dalle strutture private.
Con modalità diverse protesta un’altra parte degli studenti all’Istituto Margherita di Savoia. Gli stessi hanno lanciato numerose proteste, armati di carrelli della spesa. Uno di essi colmo di tutti gli investimenti che lo stato dovrebbe fare per l’istruzione pubblica ed un altro contenente armi, le apparenti priorità del nostro paese. “Make school not war”; questo lo slogan degli studenti dell’intera nazione, che chiedono di far risorgere nel nostro paese il livello della scuola ormai compromesso ed arretrato.
Il primo giorno di scuola è ormai stato archiviato ma le proteste non accennano a diminuire, gli studenti dell’intero paese alzano le loro lamentele e rimandano il tutto al 12 ottobre, giorno in cui scenderanno nelle piazze dell’intero stivale ed all’unisono protesteranno contro le autorità, con lo slogan: “Vendesi scuola pubblica”.
Lorena Lo Presti