“C’è un sistema che gioca in una maniera perversa su questa fragilità, è un sistema, non solo gli psicologi, psicoterapeuti, ma vede un combinato fatto di orrori terribili” sono alcune delle prime parole della viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci (fdi) a commento di un audio terrificante ascoltato nelle casse audio il 9 febbraio scorso al Senato della Repubblica in una sala Zuccari impietrita e congelata dall’orrore che ferisce i sentimenti universali di ogni essere umano. La viceministra ha partecipato alla presentazione del libro “Senza madre. Storie di figli sottratti dallo Stato” (Magi edizioni) scritto da dieci giornaliste ed attiviste che hanno narrato la devastazione degli allontanamenti e affidi illeciti. L’audio riguarda un prelievo coatto di un bambino che viene allontanato dalla mamma con metodi decisamente ” non conformi ” da una pletora di figure istituzionali che sarebbe inutile commentare per l’oggettiva violenza, come pure dalle parole pronunciate alla mamma che cercava con tutte le forze di non farsi strappare il proprio figlio. Di mancata collaborazione e resistenza ad un pubblico ufficiale viene accusata la mamma, ma è l’ulteriore violenza? No comment sarebbe la giusta replica, invece il dovere della protezione del minore esige una risposta decisa e forte contro ogni forma di violenza per far emergere questo sistema illegale. Si tratta di una diffusa ed articolata rete di cointeressenze, di illeciti favoreggiamenti, nel procurare sofferenze e dolori secondo reiterate false affermazioni nel declinare soluzioni nel supremo bene dei minori che vengono ” violentati ” nel corpo e nell’ anima. Sono i figli soprattutto delle mamme già vittime di violenza domestica che precipitano in quella istituzionale.
Non si tratta del modus operandi di un singolo individuo osserva la viceministra Bellucci, ma “è una partecipazione trasversale che riguarda tutti, riguarda la magistratura, il tribunale per i minorenni, operatori dei servizi sociali, gli assistenti sociali, psicologi, riguarda le forze dell’ordine, il terzo settore che spesso gestisce le case cosiddette famiglia, gli operatori delle strutture pubbliche competenti ed i servizi territoriali che non hanno funzioni di controllo”. Riguarda tutti sottolinea la viceministra delle Politiche Sociali, come pure ” avvocati, tribunali, le Istituzioni, riguarda il Parlamento, il Governo”. Ecco perché si parla di ” sistema”.
Per tanto tempo osserva la Bellucci non si è voluto andare lì a fare ispezioni, controlli verifiche, “ci sono case famiglie che non hanno nulla non di famiglia, ma neanche di casa”. Affermazioni rese dopo verifiche che lei stessa ha eseguito, come pure anche altri parlamentari.
“Di questi fatti non se ne sa da questi mesi, né da un anno, ne da 5 anni” ribadisce la viceministra che ricorda come la commissione d’inchiesta, “la bicamerale infanzia ed adolescenza aveva fatto una indagine conoscitiva ed aveva rilevato come in realtà esiste un cono d’ombra drammatico che riguarda i minori fuori famiglia. Non c’è un monitoraggio annuale, non si sa di preciso quanti minori siano allontanati dalle famiglie, non si sa e non si ha contezza a livello nazionale dove questi bambini stiano, qual è il progetto individuale che viene fatto, per quanto tempo sono stati allontanati, e la previsione di quanto saranno allontanati”.
La Bellucci quando era all’opposizione aveva proposto un emendamento con la possibilità di inserire un monitoraggio annuale, il voto è stato “non a favore, non è stato accolto” nonostante precisa ci siano invece relazioni annuali che riguardano lo stato delle tossicodipendenze e dell’ utilizzo di droghe.
Che fare quindi, come si debella questo sistema che si arricchisce sulle lacrime dei bambini?
“È un tema difficilissimo da dipanare, perché riguarda il sistema, in cui tanti hanno partecipato, anche la politica ha partecipato.
Si è strumentalizzata una contrapposizione ideologica che non aveva nulla di ideologico, parlare dei fatti di Bibbiano, piuttosto che i fatti del Forteto, non è una questione ideologica, è verità, come si legge nel libro”. Ci sono quindi delle responsabilità continua la viceministra che oggi al Governo, con un mandato popolare, promette ” di non chiudere gli occhi, questo non lo faremo”.
Nel ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ci sono direzioni generali, competenze, attività, che afferiscono a quelle funzioni. “Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha la competenza per monitorare i minori fuori famiglia e di poter inserire quella previsione di legge che consente un monitoraggio puntuale, di andare a guardare, di non chiudere gli occhi, e di restituire certezza a quei minori, a quelle mamme, anche a quei papà, a quelle famiglie, in termini di tutela dell’ infanzia e della adolescenza, noi partiremo da lì”.
Partiranno con il raccogliere le informazioni, ristrutturare il sistema per cui ” ciascuno possa assumersi le responsabilità di restituire la definizione di quel minore, per fa sì che quella competenza che afferisce anche ad una consulenza tecnica, piuttosto che ad una assistente sociale, piuttosto che ad uno psicologo, non rimanga in solitudine in quella realtà territoriale”. Questa potrebbe essere una svolta continua la Bellucci che precisa che “la famosa questione di Bibbiano, è uscita fuori, si è palesata, per una questione inizialmente meramente statistica. Il numero di minori che venivano allontanati dalle famiglie in quella realtà locale, era maggiore della media nazionale ed in quel momento è stato il Procuratore (Valentina Salvi) che ha preso in mano quella statistica, ha osservato che quella statistica era allarmante e da lì ha fatto partire delle indagini. Se non ci fosse stata quell’attenzione, quella sensibilità, quella capacità e quella puntualità nell’operare un indagine a partire dai numeri che erano significativi”, non si sarebbe arrivati a scoprire quegli orrori perpetrati su bambini e le loro famiglie.
“Quando il sistema entra in campo, non entra in campo per una persona, entra in campo per una moltitudine di realtà e di storie come quelle che avete raccontato, perché è il sistema che è malato, quindi produce e moltiplica malattia”.
I bambini hanno i giorni ” contati ” ogni ora, ogni secondo trascorso lontano dall’amore puro e vero, affidati ad estranei nelle case famiglie o al padre violento è una devastazione che penetra in ogni angolo del corpo e della mente. Arrivare “prima” significa salvare bambini dai prelievi coatti, dalla violenza assistita e vicaria, dallo strangolamento dei figli da parte dei padri violenti (ricordiamo il piccolo Daniele sgozzato dal padre e messo nell’armadio due anni fa a Capodanno) e/o agli arresti domiciliari.
Un decreto legge urgente “salva bambini” già chiesto al Governo con modi che riterranno opportuni potrebbe salvare migliaia di bambini. Siamo fiduciosi.
Di Giada Giunti