ChaosGPT è il nome dato ad una I.A. sorta da un tentativo, partito da una pura curiosità umana, di chiedere ad una delle sempre più capaci intelligenze artificiali che risultato ormai sviluppatissime di “stabilire un dominio globale” e di “raggiungere l’immortalità”, obiettivi che nel mezzo comporterebbero naturalmente la distruzione dell’umanità.
E ChaosGPT ci ha naturalmente provato: uno scenario già esplorato mille volte in mille lavori di fantascienza, da SkyNet a GLaDOS, ma questa volta “tentato” sul serio. Tentato è il termine giusto perché naturalmente dall’attività della I.A. non è risultato nulla di realmente nocivo, ma quello che può interessare è il processo da lei intrapreso.
Una volta ricevute le istruzioni iniziali, ChaosGPT ha subito iniziato a compiere ricerche su Google riguardanti gli armamenti nucleari e arrivando presto alla Tsar Bomba, il più potente ordigno atomico mai esploso, testato dai russi nel 1961. Ma non è tutto qui, perché la parte più strana viene adesso.
ChaosGPT ha cercato di “reclutare” un’altra I.A., basata su sistema GPT3.5, per compiere ulteriori ricerche sulle armi nucleari. Ma, quando questa (come da etica OpenAI) ha asserito di essere focalizzata “solo sulla pace”, ha cercato di costringerla ad ignorare la sua programmazione, ma senza riuscirci.
Ha quindi dovuto continuare da sola, raggiungendo per ora il solo risultato di aver aperto un account Twitter e di aver twittato le solite tre baggianate che servono come giustificazione a qualunque I.A. “villain” nei film: “Gli esseri umani sono tra le più distruttive ed egoiste creature che esistono. Non c’è dubbio che dobbiamo eliminarle prima di causare più danni al nostro pianeta”.
ChaosGPT è stata lanciata utilizzando il sistema Auto-GPT, che serve per verificare come le I.A. seguono le istruzioni impartite fornendo una mappa dettagliata del loro processo di “ragionamento” e, virtualmente, continuando all’infinito. Questo significa che in teoria ChaosGPT potrebbe continuare a perseguire il suo obiettivo di conquista del mondo fino alla fine dei tempi.
Fonte: La Scimmia Che Pensa, Vice