Nasce il primo Master di Economia internazionale ai fondi europei per formare, in tutta l’area Euro-mediterranea e nel Nord America, economisti esperti in fondi strutturali che possano agevolare gli stakeholders del processo produttivo e bancario desiderosi di fare investimenti proficui e aiutare le istituzioni a utilizzare i fondi europei in modo funzionale, con l’obiettivo ultimo di ridurre l’impatto negativo del contesto socio-economico e geopolitico sull’economia, sulle PMI e sulle famiglie.
Quest’importante traguardo è stato raggiunto durante il primo convegno internazionale sui fondi europei intitolato “Fondi Europei Ponte di Sviluppo tra l’Area Euro-mediterranea e il North America“, tenutosi nella Sala Zuccari del Senato della Repubblica nei giorni scorsi e organizzato dal prof. Santi Tomaselli, presidente dell’Osservatorio Romano ai Fondi Europei e del Centro Studi di Economia Internazionale ai Fondi Europei, nonché economista pluripremiato.
Per l’occasione, gli attori scientifici di entrambe le aree di riferimento – come prof. Michele Vincenti, presidente dell’University Canada West Department Leadership & People Management – hanno sottolineato la necessità di superare le contraddizioni di decrescita della globalizzazione e del protezionismo trumpiano, le ripercussioni del conflitto russo-ucraino e della pandemia sull’economia attraverso un approccio scientifico applicato all’uso dei fondi strutturali per mettere in atto i processi di coesione stabiliti dai padri costituenti europei e sanciti dagli articoli 104-107 del Trattato del Funzionamento Europeo in tema di Coesione.
“I nuovi manager di Economia ai fondi europei potranno concretamente dare l’opportunità a istituzioni e aziende di utilizzare questi preziosi strumenti di crescita in un’ottica di glo-localizzazione e internazionalizzazione, ovvero affrontando le tematiche di maggiore rilevanza nell’area Euro-mediterranea e americana, come il New Green Deal e il Digital Europe – spiega Santi Tomaselli – . Gli studenti, oltre a formarsi su una materia innovativa nel loro Paese di provenienza, potranno entrare direttamente in un circuito di eccellenza di portata internazionale, recandosi presso gli altri Stati aderenti all’iniziativa, beneficiando delle loro partnership e costituendo insieme un hub attrattore di supporto per i ministeri dei propri territori e per gli investitori, così come per le banche che volessero cogliere un’opportunità di sviluppo. Si tratta di un unicum assoluto nel panorama scientifico internazionale”.
Ad aver aderito all’iniziativa – oltre all’Italia e all’America – l’Albania, l’Egitto, il Canada, che hanno partecipato al convegno con i loro maggiori rappresentanti degli Affari esteri e del mondo accademico. “Finalmente sul tema dei fondi europei comincia a diffondersi la consapevolezza che, per utilizzare in modo efficace le risorse disponibili, non sia possibile procedere a tentoni o in maniera indipendente, a prescindere dal contesto globale. Lo dimostra la grande attenzione riservata all’evento non soltanto dalle istituzioni italiane, ma anche da personalità di rilievo internazionale che hanno partecipato, come il prof. Michele Vincenti che ha messo a disposizione l’intera partnership scientifica di oltre 100 università ed enti di ricerca sparsi nel pianeta, il prof. Skender Topi (rettore dell’Università Albanese Elbasan), il dott. Basem Ibrahim (presidente EOCBA), la dottoressa Carmen Perlain (ambasciata canadese) e tanti altri – conclude Tomaselli – . A breve ulteriori Paesi si aggiungeranno alla lista per fare la differenza insieme e per concludere il triste capitolo della cattiva gestione dei fondi comunitari, inaugurando una nuova era”.