AGI – Un turista italiano di 30 anni è morto durante la visita al sito archeologico di Petra. La Farnesina conferma che l’ambasciata ad Amman è in contatto con la famiglia e che sta fornendo assistenza per le procedure per il rientro in Italia.
L’uomo, un trentenne originario di Torino, era da solo in viaggio e secondo media stava percorrendo un sentiero chiuso al passaggio quando è precipitato, cadendo da un’altezza di 25 metri. I soccorritori lo hanno trasportato al Queen Rania Al-Abdullah Hospital, dove è stato possibile soltanto constatarne il decesso.
Una fonte medica ha detto alla tv giordana Roya che il turista ha riportato diverse fratture e ferite in varie parti del corpo, che hanno portato alla sua morte. Il Parco Archeologico di Petra sottolinea costantemente ai visitatori e ai turisti di non intraprendere percorsi che non sono loro destinati.
Sulla dinamica dell’incidente sta lavorando la polizia giordana.
Perché Petra si sta sbriciolando
La morte di un turista italiano a Petra, nel deserto meridionale della Giordania, riaccende i riflettori sulla fragilità dell‘antica Città Rosa, fondata 2800 anni fa e Patrimonio dell’Umanità dal 1985. Geologi e archeologici da diversi anni lanciano l’allarme perché le rocce calcaree in cui è scolpita l’antica capitale dei Nabatei si stanno sbriciolando, complici i cambiamenti climatici.
Di incidenti ne erano già capitati: nel 2020 un turista piacentino di 32 anni era morto per la caduta di un masso staccatosi dalla parte rocciosa, in seguito a forti piogge. Nel 2016 un escursionista israeliano di 23 anni era deceduto dopo essere scivolato in un dirupo vicino a Petra e lo stesso era accaduto nel 2008 un turista americano di 75 anni che stava visitando il sito.
Il clima impazzito rende più frequenti le alluvioni in un’area solitamente molto arida. A fine dicembre 700 turisti erano stati tratti in salvo dopo un improvviso nubifragio. Nel novembre del 2018, un’ondata di maltempo eccezionale si abbatté sulle rovine e solo la prontezza delle guide consentì di salvare i 3700 turisti in visita facendoli arrampicare sui percorsi che dominano la tomba del Tesoro.
Del resto l’antica città, punto d’incontro per commercianti e guerrieri, subi’ una lenta decadenza proprio a causa dei terremoti e di altre catastrofi naturali. E ora che il turismo è ripartito a pieno regime dopo il Covid (900mila visitatori nel 2022, sfiorato il record di un milione del 2019), i rischi derivanti dall’erosione della città scavata nella roccia sono ancora più evidenti.
Nel 2011 un team di rocciatori italiani avvio’ interventi per la messa in sicurezza delle aree più a rischio idrogeologico della città scavata nella roccia, in particolare il Siq, il canyon lungo un chilometro attraverso il quale i visitatori possono raggiungere il cuore della città. Sono state bloccate o eliminate le pietre pericolanti che minacciavano i visitatori e le guide. I rocciatori hanno anche offerto un corso di sicurezza ai tanti giordani che, ogni giorno, si arrampicano sulle pareti scoscese del sito archeologico di Petra.